Via Crucis Meditata

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VIA CRUCIS MEDITATA CON I SANTI

Preghiera iniziale

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spi­rito Santo Amen.

 Oh mio Gesù, mi preparo in questo istante ad accompagnarTi nella Tua Via Crucis. In essa Ti incontrerò piagato, senza forze e sanguinan­te. Hai voluto espiare la mia avidità con la Tua nudità, il mio orgoglio con le Tue umiliazioni, il mio desiderio di dominare con la Tua sotto­missione ai carnefici, i miei cattivi pensieri con la corona di spine, la mia intemperanza con il livore che Tu hai provato ed i miei piaceri sen­suali con le sofferenze del Tuo corpo.

 Dirigi, con la luce della tua grazia, i nostri passi sulla via della Croce, perché, camminando sulle tue orme, giungiamo alla dimora di gloria, dove hai preparato un posto per noi.

 La Madre di Dio ci introduca nei tuoi miste­ri, nel mistero d’amore della Santissima Trinità, perché quando tu soffri il Padre è in te e quan­do muori, lo Spirito veglia su di te.

 A te, Padre, per Cristo, nello Spirito, ogni onore e gloria nei secoli eterni. Amen.

 

I STAZIONE:

GESU’ E’ CONDANNATO A MORTE

Ti adoriamo o Cristo e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Matteo 27, 22-23.26

 Disse loro Pilato: “Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?”. Tutti gli risposero: “Sia cro­cifisso!” Ed egli aggiunse: “Ma che male ha fat­to?” Essi allora urlarono: “Sia crocifisso!”

 Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fos­se crocifisso.


 Che male ha fatto il divino Salvatore? O, che bene non avrà fatto, venendo a liberare il genere umano, a riconciliarlo con il Padre e ad aprirgli le porte del Cielo, che il peccato di Ada­mo gli aveva chiuso? Sappiamo bene di cosa è capace l’uomo quando si fida ciecamente della sua passione! Pilato ha lasciato che la plebaglia scegliesse tra Gesù e Barabba, un ladro cono­sciuto. Preferirono liberare il bandito carico di crimini, mentre Gesù, l’innocente per eccellen­za, e ancor di più, il loro stesso Redentore, lo condannarono a morte. Che indegna preferen­za! Intanto, anche noi facciamo la stessa scelta tutte le volte che pecchiamo.

 La malizia dell’uomo trova sempre i mezzi per rinnovare le sofferenze e la morte di Gesù Cristo, non soltanto in maniera crudele come quello dei suoi carnefici, ma soprattutto in ma­niera sacrilega e piena d’orrore.

 Gesù Cristo, sulla terra, non ebbe soltanto una vita e un calvario doveva essere crocifisso. Lo stesso, dopo la sua morte, a causa del pecca­to, l’uomo gli farà incontrare tante croci quanti sono i cuori che esistono sulla terra.

 Preghiamo, in questo passo della Via Crucis , di non trasgredire ai Comandamenti della leg­ge di Dio e della Santa Chiesa per compiacere il mondo o per avere l’approvazione degli altri oppure per seguire la moda. 

Padre Nostro… 

Stava la Madre dolorosa,

ai piedi della Croce, lacrimosa,

dalla quale pendeva suo Figlio.

 

II STAZIONE

GESU’ E’ CARICATO DELLA CROCE

 Ti adoriamo o Cristo e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Matteo 27, 27-31

 Allora i soldati del governatore condussero Ge­sù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo scher­nívano: “Salve, re dei Gíudeí!”. E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo per­cuotevano sul capo. Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo. 

 

 Gesù Cristo fu esposto agli insulti del popolo, trattato come un re di fantasia. Egli, che è Dio, ricevette sulle sue spalle un vile manto scarlatto. Misero nelle Sue mani un bastone e sulla fronte adorabile una corona di spine. Lo consegnarono ad un gruppo di inso­lenti soldati.

 I Suoi carnefici Gli si inginocchiarono innan­zi per deriderlo, strapparono il bastone che ave­va in mano e Lo colpirono alla testa. Che triste spettacolo! Che empietà!

 Ma la carità di Gesù è talmente grande che, malgrado gli oltraggi, e senza fare un minimo lamento, cammina volontariamente verso la morte per la nostra salvezza.

 Questa scena che non possiamo affrontare senza che ci scuota, riproduce ogni giorno la condotta di un gran numero di cristiani.

 Consideriamo il modo in cui alcune persone si comportano a Messa, dinanzi alla presenza di un Dio che muore per noi, che rimane sull’alta­re e nei nostri tabernacoli per colmare gli uomi­ni con ogni specie di bene.

 Quale Sacra Adorazione Gli rendiamo? Gesù è trattato più crudelmente dai cristiani, che dai suoi carnefici, i quali non hanno avuto la gioia di conoscerLo. I cristiani sanno bene che Gesù Cristo è presente sui nostri altari. Molti, con la loro mancanza di rispetto, Lo offendono e altri, per la loro empietà, Lo disprezzano. Oh mio Dio, quanto non macchiamo il Tuo volto per un eccesso di zelo per noi stessi, quan­ti ti fanno sentire i duri colpi della flagellazione per gli atti impuri con cui profanano i loro corpi e anime; quanti Ti condannano a morte per i loro sacrilegi; quanti Ti pregano nella croce ri­manendo nel peccato …

 Non permettiamo che Gesù Cristo soffra per i nostri peccati, lasciamoLo vivere in noi e vi­vremo nella grazia. 

Padre Nostro… 

La cui alma triste e piangente,

rattristata e dolorosa,

dalla spada trapassata.

 

III STAZIONE

GESU’ CADE PER LA PRIMA VOLTA

 Ti adoriamo o Cristo e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Dal Libro del Profeta Isaia 53, 4-6

 Eppure egli si è caricato delle nostre sofferen­ze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudica­vamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Si­gnore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. 

 

 Gesù non rifiuta la croce, l’abbraccia con amore, poiché essa è l’altare destinato per consumazione del sacrificio della Sua vita, per la salvezza degli uomini. Oh, spettacolo che causò ammirazione in cielo e in terra: il vero Fi­glio di Dio che avanza verso la morte, per gli stessi uomini che ve Lo condannano.

 Per i meriti della Tua prima caduta, dammi la forza di sopportare con pazienza la mia Croce. Io accetto tutti i dolori e i disprezzi a me desti­nati; Tu li rendi amabili e dolci, abbracciandoli per il Tuo amore.

 Contempliamo il Salvatore; vedi come dalle sue ferite ancora scorre immediato il sangue, com’è incoronato di spine e caricato della cro­ce. Ad ogni movimento si rinnovano i dolori di tutte le sue ferite.

 La croce comincia a tormentarLo già da tem­po, gravandoGli sulle spalle piagate mentre le spine della corona Gli martellano il capo. Oh Dio, quanto dolore ad ogni passo.

 Con quale amore Gesù riprende la Croce do­po la caduta e va salendo al Calvario dove lo aspetta la morte.

 Oh mio Gesù, morirai per noi. Ti ho girato le spalle in passato e vorrei morire di dolore. In futuro, però, non sarò capace di abbandonarTi mai.

 Oh Maria, Madre mia, ottienimi la grazia di portare sempre la mia croce con pace. 

Padre Nostro… 

Oh, quanto triste e quanto afflitta,

si incontrava la Madre benedetta,

vedendo coronato il suo Unigenito!

 

IV STAZIONE

GESU’ INCONTRA SUA MADRE

 Ti adoriamo o Cristo e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Luca 2, 34-35. 51

 Simeone parlò a Maria, sua Madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israe­le, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima” (…) Sua Madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. 

 

 Maria partì con San Giovanni, e il sangue sparso per strada, le indicava che Suo Figlio era già passato di là. Prendendo una scor­ciatoia, questa Madre afflitta, si colloca lungo la via dolorosa nel luogo in cui Gesù passerà.

 Che visione tremenda per i Suoi occhi santi quei chiodi, martelli e corde, strumenti della morte di Gesù. Che spada per il Suo cuore, la parola proferita dal messaggero, che an­nuncia la sentenza pronunciata contro Suo Figlio.

 Una volta passati gli strumenti di supplizio, i carnefici, i giudici, improvvisamente Ella nota un uomo coperto di sangue e ferite dalla testa ai piedi, con un pesante legno di croce sopra le sue spalle. Si guardano. Il Figlio pu­lendosi un po’ del sangue che gli offusca la vista, guarda Sua Madre e la Madre guarda Suo Figlio.

 Li stava la Regina dei Martiri, bella nel suo prolungato martirio. Quanto è serena ed av­volta nella sua particolare maestà, che rivela, al medesimo tempo, docilità e fortezza! Maria aveva appreso dal Proprio Figlio come devono soffrire coloro che il Padre sceglie come vittime nell’opera della redenzione. Più tardi Ella giun­gerà ai piedi della Croce con coraggio e fortez­za. E’ lì che sentiremo il Suo Divin Figlio dirci: “Ecco qui Tua Madre”. Questo passo della Pas­sione ci insegna che per essere degni figli suoi, è necessario che apprendiamo da Lei ad amare e a soffrire. 

Padre Nostro… 

Era triste e soffriva

Perché Ella stessa vedeva

I dolori del Figlio amato.

 

V STAZIONE

GESU’ E’ AIUTATO DAL CIRINEO A PORTARE LA CROCE

Ti adoriamo o Cristo e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Matteo 27, 32; 16, 24

 Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Ci­rene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di Gesù.

 Gesù disse ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rínneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”. 

 Gesu è aiutato da Simone di Cirene a portare la Croce. Nel Santissimo Sacramento, Gesù chiama gli uomini a Sé, e pochi rispondono al Suo invito. Li invita al banchetto Eucaristico ed essi trovano mille scuse per rifiutare.

 Gesù è da solo, abbandonato, con le mani piene di grazie, che gli uomini non vogliono: hanno paura del Suo Amore!

 Oh Signore, io capisco che l’Eucaristia è la mag­giore delle Tue Grazie. Perdona il mio passato, e abbi cura delle mie decisioni per il futuro.

Padre Nostro… 

Chi non piange, vedendo questo,

Contemplando la Madre di Cristo

In tale grande tortura?

 

VI STAZIONE

LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESU’

 Ti adoriamo o Cristo e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Dal Libro del Profeta Isaia 53, 2-3

 Non ha apparenza né bellezza per attirare i no­stri sguardi, non splendore per potercene compia­cere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. 

Dal Libro dei Salmi 27, 8-9

Di te ha detto il mio cuore: “Cercate il suo volto”; il tuo volto, Signore, io cerco. Non na­scondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. 

 

 La devota Veronica, nel vedere Gesù così stanco e con il volto bagnato di sudore e sangue, Gli offrì un fazzoletto e quando asciu­gò il viso di Nostro Signore, vi rimase impressa la Sua Santa Immagine.

 Oh, mio Amato Gesù, il Tuo volto è bellissi­mo; ma in questa Dolorosa Via della Passione, le ferite ed il sangue hanno trasformato la Tua bellezza.

 Ah! Signore mio, anche la mia anima era bel­la ai Tuoi occhi quando io ricevetti la grazia del battesimo, ma io l’ho sfigurata con i miei pec­cati.

 Solo Tu, Mio Redentore puoi, per i meriti della Tua Passione, farla ritornare alla sua pas­sata bellezza.

 Ti amo, Gesù, e mi pento con tutto il cuore di averTi offeso; non permettere che mi separi da Te nuovamente; fa che Ti ami sempre e disponi di me come Tu vuoi. 

Padre Nostro… 

Per la colpa della sua gente

vide Gesù in un profondo tormento,

crudelmente flagellato.

 

VII STAZIONE

GESU’ CADE PER LA SECONDA VOLTA

Ti adoriamo o Cristo e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Dal Libro della Lamentazioni 3, 1-2. 9.16

Io sono l’uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira. Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce. Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri. (…) Mi ha spezzato con la sabbia i denti, mi ha steso nella polvere. 

 Appena fuori dalle mura Gesù, a causa della debolezza, cade per la seconda volta, tra l’agitazione della folla e le spinte dei soldati.

 La debolezza del corpo e l’amarezza dell’ani­ma hanno fatto sì che Gesù cadesse nuovamen­te. Tutti i peccati degli uomini – anche i miei – pesano sulla Sua Umanità Santissima. Gesù sviene, ma la Sua caduta ci rialza, la Sua morte ci risuscita.

 Alla nostra recidività al male, Gesù risponde con la Sua insistenza nel riscattarci, con l’ab­bondanza del perdono. Perché nessuno si di­speri, Si alza di nuovo, faticosamente, abbrac­ciando la Croce.

 Che le cadute e le sconfitte non ci allontani­no, mai più, da Lui. Come il bambino debole si getta tra le braccia vigorose di suo padre, tu ed io ci aggrapperemo a Gesù. Solamente quel­la contrizione e quell’umiltà trasformeranno la nostra umana debolezza in fortezza divina.

Padre Nostro… 

Chi non si rattristerebbe

Vedendo la Madre di Dio, Maria

Soffrire con Suo Figlio?

 

VIII STAZIONE

GESU’ CONSOLA LE DONNE DI GERUSALEMME CHE PIANGONO SU DI LUI

Ti adoriamo o Cristo e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Luca 23, 28-31

Gesù, voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma pian­gete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copríteci! Per­ché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?”. 

 Gesù, dimenticando le Sue sofferenze, asciu­ga le lacrime delle pie donne. E’ la missione del Salvatore quella di consolare gli afflitti e i perseguitati.

 Nell’Eucaristia, Egli è il nostro Consolatore. Spera che le anime Lo l’accompagnino nell’ab­bandono e nell’ingratitudine nel quale è lascia­to: come poco si ricordano di Gesù! Lui sta là giorno e notte! Che ingratitudine! Se i Suoi oc­chi potessero piangere, quante lacrime verse­rebbero per noi!

 Oh Gesù, accetta il mio amore riparatore, e sii la mia unica consolazione e conforto nelle ore di sofferenza.

Padre Nostro… 

Di Tuo Figlio le ferite,

sofferte per il mio perdono,

Egli viene a condividerle con me.

 

IX STAZIONE

GESU’ CADE PER LA TERZA VOLTA

Ti adoriamo o Cristo e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Dal Libro del Profeta Isaia 53,10

Ma al Signore è piaciuto prostrarLo con dolori. 

Dalla prima lettera di San Pietro 2, 21-24

A questo infatti siete stati chiamati, poiché an­che Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le sue orme: Egli non commise peccato né fu trovato inganno sulla sua bocca; oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e sof­frendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a Colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno del­la croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti. 

 

 Cristo Gesù, caduto sotto il peso della Croce, Ti adoro! Tu, Figlio di Dio, ricevesti il male in cambio del bene! Ti sei umiliato per genero­sità, per insegnarci l’umiltà e confondere il no­stro orgoglio.

 Oh Sommo Sacerdote, pieno di santità, che passasti per le nostre stesse prove per essere simile a noi e poterci compatire delle nostre debolezze, non mi abbandonare perché io so­no solo debolezza; dammi la Tua forza per non cadere.

 Oh Dio-Uomo, Ti prego, con tutta la mia anima, che non allontani mai i miei occhi da Te. Se mi terrai unito a Te, infiammerai tutto il mio essere. Io cercherò con tutti i miei mezzi, di vol­gere e fissare in Te il mio sguardo. Io desidero ritornare continuamente a Te e percorrere con Te la strada della Passione e della Croce.

 Oh Dio-Uomo afflitto! Sei il mio aiuto, quan­do precipito. 

Padre Nostro… 

Fa, o Madre, fonte d’amore,

che io senta la forza del dolore,

affinché io pianga con te.

 

X STAZIONE

GESU’ SPOGLIATO DELLE VESTI

Ti adoriamo o Cristo e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Dal Libro del Profeta Ezechiele 5,15

Sarai un obbrobrio e un vituperio, un esempio e un orrore per le genti che ti circondano.  

Dal Vangelo secondo Matteo 27, 33-36

Giunti a un luogo detto Golgota, che significa, luogo del cranio, gli diedero da bere vino mesco­lato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere. Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte. E sedutisi, gli face­vano la guardia. 

 

 Gesù, già spogliato di tutto, Si spoglia delle sue vesti davanti ad un’innumerevole folla, mezzogiorno, sull’alto di una collina!

 Ah! Questo è proprio essere “colmato di ob­brobrio e vituperio, coperto di imbarazzo!” La vergogna lo oltraggia più vivamente di tutte le fe­rite e i dolori lancinanti che ha nel corpo. Dov’è la bellezza, la decenza, il candore puro di quelle membra? E’ tutto livido, tutto una ferita.

 Le nostre colpe sono l’unica origine della soffe­renza di Gesù Cristo. Noi, la causa della morte di un Giusto. Noi lo tradiamo, con il peccato. Quan­te volte? E per quale vile prezzo? Per uno squal­lido lucro, per uno sporco piacere. Infedeli alle promesse, ingrati ai doni, ingrati al Suo amore.

 Perdono, mio Gesù, perdono. Peccare mai più, mai più peccati! 

Padre Nostro… 

Fai ardere il mio cuore

per Cristo Dio nella passione

affinché io soffra con Lui.

 

XI STAZIONE

GESU’ E’ INCHIODATO ALLA CROCE

Ti adoriamo o Cristo e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Matteo 27, 37-42

Al di sopra del suo capo, posero la motivazio­ne scritta della sua condanna: “Questi è Gesù, il re dei Giudei”. Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. E quel­li che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: “Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!”. Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: “Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d’Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo”. 

 

 

Quanto mi amasti, Padre buono, che non ri­sparmiasti il Tuo unico Figlio, consegnan­o agli empi per morire per noi! Quanto mi amasti!

 Per noi, Egli non si vantò dell’essere Dio, uguale a Te, ma assunse la condizione di schia­vo fino a morire in croce, Egli che era l’unico libero tra i morti.

 Per noi, vittorioso e vittima ai Tuoi occhi e sacerdote per il sacrificio, mutò la nostra con­dizione di servitori in figli Tuoi, nato da Te per servirci.

 Con tutta la ragione si fonda in Lui la speran­za, perché guarirà ogni mia infermità, Egli che sta seduto alla Tua destra ed intercede per noi al Tuo cospetto. Senza di Lui, sarei nella dispe­razione. Davvero, le mie infermità sono molte e grandi, ma è più grande e più abbondante il Tuo rimedio. 

Padre Nostro… 

Santa Madre, dammi di

portare le ferite di Cristo

incise nel cuore.

 

XII STAZIONE

GESU’ MUORE IN CROCE

Ti adoriamo o Cristo e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Matteo 27, 45-50.54

Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: “Eloì, Eloì, lemà sabactàni?”, che significa: “Dio mio, Dío mio, perché mi hai abbandonato?”. Udendo questo, alcuni dei pre­senti dicevano: “Costui chiama Elía”. E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, im­bevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. Gli altri dicevano: “Lascia, vedia­mo se viene Elia a salvarlo!”. E Gesù, emesso un alto grido, spirò.

Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: “Davvero costui era Figlio di Dio!”. 

 

 I carnefici di Gesù che non avevano lascia­to nemmeno una delle sue membra senza ferite, non vollero che a nessuno dei suoi sensi fosse risparmiato un tormento proprio.

 Lo afflissero con il gusto di fiele. Per tormen­targli l’olfatto, Lo crocifissero in un luogo fe­tido, di cadaveri. Gli ferirono continuamente l’udito con le grida più orribili, con le ingiurie e le derisioni più pungenti, con le peggiori be­stemmie Lo insultavano.

 Finché Egli così crudelmente si spegneva, essi, davanti ai Suoi occhi, insultavano la Sua sventura, si divertivano dei Suoi lamenti, ride­vano del Suo dolore. E lungo la strada ferivano profondamente il Suo Spirito.

 Quale ferita più amara per un cuore innamo­rato, che sentirsi insultato da coloro per la cui salvezza Si è consegnato fino alla morte? Che profonda ferita in quel cuore già compunto e ferito per i peccati di tutti gli uomini che sono esistiti e per quelli che esisteranno fino alla fine del mondo!

 Che dolore immenso nel cuore che si compe­netra con quello di tutti e di ciascuno in particolare, ma in modo speciale del crimine orren­do che si praticava! Nonostante ciò, Gesù prega per coloro che Lo crocifiggono e addirittura li discolpa: “Padre perdona loro perché non san­no ciò che fanno”.

 Così muore il Giusto nel supplizio di molti la­menti, condannato dalla sentenza più ingiusta, a causa di un tradimento, la maggiore perfidia. Così Gesù finisce di soffrire. Ma i Suoi nemi­ci sono furiosi contro il Suo cadavere. Aprono con una lancia nel fianco destro, una ferita che attraversa il cuore.

 Oh Croce Santa ancora calda e fumante del sangue di questo Giusto! Oh Croce che io devo adorare come unica degna di portare l’augusta Vittima sacrificata su di te per le nostre colpe. Io chiedo che, nella tua contemplazione, tu trasmetta ai nostri cuori una tristezza ed un vivo dolore, per quelle pene che hai causato al no­stro Gesù, quando per il nostro amore a te Egli fu inchiodato. 

Padre Nostro… 

Io voglio con te piangere

la croce condividere,

per tutta la mia vita.

 

XIII STAZIONE

GESU’ E’ DEPOSTO DALLA CROCE E CONSEGNATO ALLA MADRE

Ti adoriamo o Cristo e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Matteo 27, 54-55

Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: “Davvero costui era Figlio di Dio!”. C’erano anche là molte donne che stavano a os­servare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. 

 Dopo avere ottenuto da Pilato la licenza che la legge romana richiede per seppellire i con­dannati, arriva al Calvario un membro del Sine­drio di nome Giuseppe, uomo buono e giusto, originario di Arimatea. Egli non era d’accordo né con la condanna né con l’esecuzione; al con­trario, era di quelli che aspettavano il regno di Dio (Lc 2, 50-51). Con lui c’era anche Nicode­mo, che precedentemente era andato, di notte, ad incontrare Gesù, portando una mistura di mirra ed aloe, all’incirca del valore di cento lib­bre (Gv 19, 9).

 Essi non erano noti, pubblicamente, come di­scepoli del Maestro; non li troviamo nei grandi miracoli, né Lo accompagnarono nel Suo trion­fale ingresso a Gerusalemme. Ora, nel momen­to difficile, quando gli altri fuggono, non temono di compromettersi per il loro Signore. Pren­dono il corpo di Gesù e lo affidano alle braccia della Sua Santissima Madre. Si rinnova il dolo­re di Maria.

 Nostro Signore che è venuto a salvare il mon­do, i Suoi Lo rinnegano davanti a Pilato. Ci ha insegnato la strada del bene e Lo trascinano per la strada del Calvario. Ha dato esempio in tut­to e preferiscono un ladro omicida. E’ nato per perdonare, e – senza ragione – Lo condannano al supplizio.

 E’ arrivato per sentieri di pace e Gli dichia­rano guerra. E’ la Luce e Lo consegnano al potere delle tenebre. Porta Amore e Lo ripa­gano con odio. Si è fatto servo per liberarci dal peccato e Lo mettono in Croce. Si è incarnato per darci la Vita e noi Lo ricompensiamo con la morte.

 Non ammettere lo scoraggiamento nel tuo apostolato. Non fallire, come Gesù non fal­lì neanche sulla Croce. Animo!… Continua contro corrente, protetto dal Cuore Materno e Purissimo della Madonna: il mio rifugio e la mia fortezza. Se vuoi essere fedele, sii molto mariano. 

Padre Nostro… 

Vide suo Figlio amato,

che moriva desolato,

mentre donava il Suo spirito.

 

XIV STAZIONE

GESU’ E’ DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Ti adoriamo o Cristo e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Matteo 27, 59-61

Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; roto­lata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l’altra Maria. 

 

 Maria di Magdala, dove vai, in compa­gnia delle pie donne? Dove vai così in fretta? Sta andando al sepolcro. Arrivando lì, vide la terra tremare, aprirsi il sepolcro e appa­rire un angelo. Gesù non è più qua, Egli è risor­to come aveva detto.

 Oh Gesù, risuscitando dai morti, ci hai aper­to la porta dell’eternità e ci hai mostrato il cammino della vita. Alle donne timorose ap­paristi risorto, prima degli altri perché tale be­nevolenza meritò l’affetto di una pietà intensa. Successivamente ti videro Pietro, due discepoli in cammino per Emmaus e gli Apostoli riuni­ti. Durante i quaranta giorni, apparisti in mol­ti modi, mangiando e bevendo con loro, così ci hai illuminato nella fede con i Tuoi argomenti, ci hai ridato la speranza con le Tue promesse, in questo modo, per infiammarci nell’amore con le grazie del Cielo.

 Signore, beati gli occhi che Ti videro! Ma an­ch’io sarò felice se un giorno potrò contempla­re la luce tanto desiderata. 

Padre Nostro… 

Quando il mio corpo muore

possa la mia anima meritare

la gloria del Paradiso. Amen.

 

Anima di Cristo, santificami.

Corpo di Cristo, salvami.

Sangue di Cristo, inebriami.

Acqua del costado di Cristo, lavami.

Passione di Cristo, confortami.

O buon Gesù, esaudiscimi.

Nelle tue piaghe, nascondimi.

Non permettere che io mi separi mai da te.

Dal maligno nemico, difendimi.

Nell’ora della mia morte, chiamami.

E comanda che io venga a te.

Affinché ti lodi, con i tuoi santi.

Nei secoli dei secoli. Amen.

 

Preghiamo

 O Dio che nel tuo misterioso disegno di sal­vezza hai voluto continuare la passione del tuo Figlio nelle membra piagate del suo corpo, che è la Chiesa, fa’ che, uniti alla Madre Ad­dolorata ai pedi della Croce, impariamo a ri­conoscere e a servire con amore premuroso il Cristo, sofferente nei fratelli. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

 Ave Crux spes unica

 O Croce, indicibile amore di Dio; croce, salvezza eterna. Sostegno dei giusti, luce dei cristiani, o Croce, per te sulla terra Dio nella carne si è fatto schiavo; per te nel cielo l’uomo in Dio è stato fatto re; per te la luce vera è sorta, la notte fu vinta. Sei diventata la scala per cui l’uomo sale al cielo. Sii sempre per noi, tuoi fedeli, la colonna e l’àncora: sostieni la nostra dimora, conduci la nostra barca. Nella croce sia salda la nostra fede,  in essa si prepari la nostra corona.