Donna Lucilia con il suo figlio Plinio

Donna Lucilia con il suo figlio Plinio

I buoni esempi sono sempre un importante stimolo alla pratica della virtù. In donna Lucilia vediamo come una persona, nel sacro ambito della famiglia, possa praticare in maniera eccellente la bontà, caratteristica fondamentale della madre cattolica.

  Nella spiritualità cattolica è usuale la raccomandazione della pratica dell’umiltà, della modestia e del distacco  da sé. Di questo hanno dato esempio innumerevoli santi nel corso dei secoli. Tuttavia, un’altra grande verità  deve esser ricordata: l’obbligo di riconoscere e lodare i meriti altrui, ogni volta che sia conveniente, sotto  pena che chi non lo fa incorre nella colpa di omissione. Si tratta di un dovere di giustizia.

 Tale è stato l’insegnamento del Divino Maestro nel Discorso della Montagna, vero compendio della dottrina  cristiana: “non si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere […]. Così risplenda  la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che  è nei cieli” (Mt 5, 15-16). Ossia, i buoni esempi devono esser conosciuti, perché è una maniera di glorificare Dio, fonte di ogni bene che può esserci in noi.

 Per questa ragione la Chiesa promuove la solenne canonizzazione di persone che hanno praticato la virtù in  grado eroico, in modo che servano da modello ai fedeli. Più che la mera dottrina, sono gli esempi che ci muovono a percorrere la via del bene.

Santi acclamati e venerati in vita

 Vediamo, così, che il Divino Spirito Santo ispira anime virtuose adeguate a ogni epoca. Sono uno stimolo per  i buoni e, in generale, autentiche pietre di scandalo per i peccatori, verso cui, per il loro modo di essere, sembrano urlare: “Non licet tibi!” (Mc 6, 18). E, a somiglianza di San Giovanni Battista, possono finire per  essere martirizzate o relegate al più stretto ostracismo.

 Nel meraviglioso caleidoscopio della santità, numerose sono le vie della Provvidenza per le anime. A volte,  esistono santi le cui virtù sono riconosciute e acclamate in vita, ricevendo venerazione generale.

 Celebre è il caso di Sant’Antonio di Padova, le cui predicazioni erano ascoltate da decine di migliaia di  persone, inclusi Vescovi e sacerdoti. “Finito il sermone, irrompe l’entusiasmo; è un’ebbrezza incontenibile […]. La moltitudine accorre dall’oratore. Desiderano vederlo da vicino, baciare la sua tunica o il suo  crocefisso; arrivano a tagliare un pezzetto del suo vestito per portarlo con sé come reliquia. È necessaria, intorno a lui, una guardia di giovani robusti per proteggerlo, affinché non venga schiacciato dalla  moltitudine”. 1 Qualcosa di simile si verificò con San Giovanni Bosco a Parigi, dove era andato a chiedere  donazioni per la sua opera. Nella Chiesa di San Sulpizio, si trovò in difficoltà. Impiegò un’ora per ritornare in  sacrestia, tale era l’accumulo di fedeli che desideravano parlargli o chiedere una benedizione. “Egli  conquistò il cuore e l’immaginazione dei parigini con un’unione straordinaria di grandezza e di semplicità, di  gravità e di gioia. Egli turbava; poi entusiasmava”. 2 Le stesse scene si ripeterono nelle altre città francesi  che il santo della gioventù visitò.

Ignorata dalla maggioranza degli uomini

 Altri, tuttavia, percorrono una via appartata su questa Terra, essendo poco compresi persino dai più  prossimi, iniziando la loro azione su un gran numero di anime soltanto dopo la morte. Questi possono  prendere per sé come eccelsa patrona la stessa Madre di Dio, che ha condotto una vita nascosta, ignorata  dalla maggioranza degli uomini, ma ammirata da tutta la corte celeste e dallo stesso Gesù.

Donna Lucilia a 16 anni; nel 1906 poco

Donna Lucilia a 16 anni; nel 1906 poco
prima del matrimonio; nel 1912, a Parigi

 Essendo entrata molto giovane nel Carmelo e scomparsa a 24 anni, ci sarebbe poco da raccontare della sua  vita se non ci fossero i Manoscritti Autobiografici scritti su ordine della superiora che, a proposito, era una  delle sue sorelle di sangue. Infatti, la lettura di quest’opera rivela la grandezza d’animo della iniziatrice della  Piccola Via di santificazione, aprendo il passo alle nuove generazioni, così fragili e incapaci di imitare i santi  dei grandi sacrifici e delle grandi generosità. La sua vita servì talmente tanto da stimolo alle anime che, in  poco tempo, varie edizioni dell’opera si esaurirono, con sorpresa del Carmelo di Lisieux. Le grazie e i miracoli  si moltiplicarono, come compimento della promessa della santa di inviare una pioggia di rose sulla Terra. Da  sconosciuta in vita, oggi Santa Teresina viene annoverata tra le sante più popolari ed è inclusa nel  privilegiato ruolo dei Dottori della Chiesa.

A 91 anni, si preoccupava per gli altri

 Per coincidenza, coetanea di questa stessa santa, visse in Brasile una persona di qualità eccezionali, il cui esempio di vita costuma esser di grande profitto per le anime. Si tratta di donna Lucilia Ribeiro dos Santos Corrêa de Oliveira, madre di un eminente leader cattolico del XX secolo, il Dr. Plinio Corrêa de Oliveira.

 Allo scopo di divulgare la sua vita, è appena stata pubblicata la biografia di donna Lucilia, scritta da Monsignor João Scognamiglio Clá Dias, EP, profusamente illustrata da fotografie che parlano da sè, tale  l’espressività della sua fisionomia traboccante di dolcezza e di benevolenza incondizionata.

 Come esempio di madre cattolica, che non ha mai operato fuori della famiglia, potrà servire da ispirazione a  innumerevoli persone dei nostri giorni, le cui vite si svolgono anch’esse in seno alla famiglia. I numerosi fatti  narrati rivelano com’è possibile svolgere le mansioni quotidiane con molta elevazione d’animo, riportando  tutto al soprannaturale e a Dio Nostro Signore. Come dice San Giovanni della Croce, alla fine della vita  saremo giudicati secondo l’amore a Dio, e non secondo l’esteriorità delle nostre opere.3

 Alcuni atteggiamenti di donna Lucilia possono darci un’idea della carità che la animava. Nel passato 1968,  seguendo la convalescenza del Dr. Plinio, che si stava riprendendo da una grave crisi di diabete e si era  sottoposto a un serio intervento chirurgico, l’autore ebbe l’occasione di ammirare la straordinaria dolcezza,  soavità e bontà di tratto di donna Lucilia. Si preoccupava per il bene degli altri e si dimenticava di sé, dando  prova di una generosità straordinaria. Così, una volta, su indicazione medica, l’autore dovette farle  un’iniezione; donna Lucilia fissò il giovane che si avvicinava con la siringa e disse: “Ora, ma proprio questa  sera di sabato, io le sto dando questo disturbo! Mi scusi se le ho scombinato il suo programma”. Terminato  il procedimento, prima che il giovane se ne andasse, lei aggiunse ancora: “Mi è dispiaciuto molto averle  causato questo contrattempo”. A donna Lucilia non importava il suo malessere; a 91 anni, si preoccupava più degli altri che di se stessa.

 Questa dimenticanza di sé incantava tutti coloro che erano in contatto con lei. Un giorno, incontrò  nell’appartamento due giovani che leggevano mentre aspettavano di essere chiamati dal Dr. Plinio. Lei  subito intervenne: “I signori mi permettono un suggerimento? Io ho fatto molte imprudenze nella mia vita,  leggendo e forzando la vista in luoghi poco illuminati. E ora vi vedo in questa hall d’ingresso, che non è  proprio indicata per la lettura. Ogni volta che ho bisogno di distrarmi sfogliando album o riviste, uso la sala  da pranzo, che ha molta luce, e siccome io non ci torno più, voi potreste trasferirvi là. Sono sicura che ci  vedreste meglio in quell’ambiente”. Non si limitò a questo la sua sollecitudine. Per due volte, mandò a verificare che la sua offerta fosse stata accettata. La terza, la cameriera chiese che i due giovani facessero il  favore di passare alla sala da pranzo, poiché donna Lucilia non si sarebbe tranquillizzata fin tanto che questo  non fosse avvenuto. Sono cortesie, frutto dell’autentica carità, sconosciute al mondo moderno…

“Ti ho interamente”

 Se non tutti la compresero e valorizzarono, un riconoscimento lei lo ebbe durante tutta la sua vita: quello del  Dr. Plinio, che chiamava il suo “figliolo”. Quando era ormai ottuagenaria, vedova, incrociando il Dr. Plinio nel  corridoio dell’appartamento in cui abitavano, gli mise le mani sulle spalle e, fissandolo in fondo agli occhi,  disse: “Figliolo, ho soltanto te, ma ti ho interamente”.

 Una volta, dopo un soggiorno del Dr. Plinio di circa due mesi in Europa, donna Lucilia lo guardò  ttentamente quando si rividero, concludendo felice: “Figliolo, grazie a Dio, sei sempre lo stesso!”. Da madre  diligente, si preoccupava della perseveranza del figlio nelle battaglie e pericoli del mondo.

 Nella sua nobiltà d’animo, non era attaccata nemmeno a vantaggi materiali o di prestigio sociale. In un’occasione in cui una determinata iniziativa del Dr. Plinio non ottenne successo, lei non si intristì. Quando le chiesero quale fosse la ragione di questa indifferenza, rispose che se ciò fosse andato a buon fine, suo  figlio si sarebbe assentato da casa per lunghi periodi, dovendo abitare in un altro Stato, e la loro  frequentazione sarebbe diminuita molto. Questo le avrebbe causato della sofferenza, poiché, come  commentò all’occasione, “vivere è stare insieme, guardarsi e volersi bene”. Questa era, insomma, la sua  massima, con la quale regolava con vera carità il rapporto con il prossimo.

Si avviò verso la morte con serenità

“Talis vita, finis ita”, recita il detto latino. Un’esistenza condotta con tale spirito cristiano e altruismo doveva avere una fine coerente. Così, lei si avviò verso la morte in tutta serenità. La mattina del 21 aprile   1968, racconta il libro, “con gli occhi ben aperti, rendendosi perfettamente conto del solenne momento che si  avvicinava, si sollevò un po’, fece un grande segno della croce e, con intera pace dell’anima e fiducia nella  misericordia divina, si addormentò nel Signore…”.

 Cominciava, così, insieme a quelli che vanno a pregare sulla sua tomba, e anche per l’azione della sue  fotografie, un torrente di grazie che cresce ogni giorno, incoraggiando alla pratica della virtù le innumerevoli anime bisognose di sollievo, luce e pace.

1 CHERANCÉ, Léopolde de. Saint Antoine de Padoue. Paris: Poussielgue, 1895, p.109-110.
2 LA VARENDE. Jean de. Don Bosco. Paris: Fayard, 1961, p.181.
3 Cfr. SAN GIOVANNI DELLA CROCE. Dichos de luz y amor, n.59. In: Vida y obras completas de San Juan de la Cruz. Madrid: BAC, 1964, p.963.
 
                                                                                                                                                     Revista Araldi del Valgelo