Nel Rito della Comunione, della Santa Messa, evochiamo le parole dette dal centurione romano a Gesù a Cafarnao: “Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito” (Mt 8, 8). Tuttavia, egli non è l’unico soldato romano ricordato con frequenza nelle chiese.
Alla metà del IV secolo, troviamo San Martino di Tours (316-397), giovane militare romano, arruolato nella cavalleria imperiale. Figlio di un ufficiale superiore dell’esercito, era catecumeno della Chiesa Cattolica e si preparava a ricevere il Battesimo. Giunto alle porte di Amiens, in Gallia, un giorno di rigido inverno, si imbatté in un mendicante senza dimora in situazione di grave rischio. Seguendo letteralmente le parole del Divino Maestro, Martino divise in due il suo mantello e ne diede la metà al bisognoso. Quella notte, gli apparve in sogno Nostro Signore Gesù Cristo coperto con la parte del mantello da lui data al mendicante. Così lo ringraziava il Divino Redentore per il suo atto di generosità.
Martino fu battezzato e più tardi diventò Vescovo di Tours. La sua fama di santità era tale che la metà del mantello che gli era rimasto – denominata cappella, ossia, piccola cappa – fu posta in un reliquario e conservata in un oratorio dove meglio poteva essere vista e venerata dai fedeli. Non passò molto tempo che tale oratorio fu chiamato cappella. E nel corso del tempo questo termine finì per designare ogni luogo di culto di piccole dimensioni.
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