Quando, di ritorno in Canada, l’aereo decollava nell’aeroporto di Kigali, i cuori dei missionari palpitavano già di nostalgia per le manifestazioni di Fede lì presenziate.
Paese montagnoso dal clima ameno, nonostante sia situato proprio nel cuore dell’Africa, il Rwanda è diventato tristemente famoso nella metà degli anni 90, in seguito ai massacri che hanno portato alla morte quasi 1 milione di abitanti. La popolazione di quest’antica colonia belga, in maggioranza cattolica, ancora soffre le conseguenze di questo conflitto armato, ma cerca di superare le difficoltà della quotidianità, con mirabile spirito di Fede, coraggio e gagliardia.
Per sette anni, Emmanuel Batagata, Cooperatore degli Araldi del Vangelo, ha fatto in diverse città di questo paese di 11 milioni di abitanti un intenso lavoro di divulgazione dell’Apostolato dell’Icona. E siccome i frutti, grazie alla Madonna, sono stati abbondanti, egli insisteva sulla necessità di una visita dei missionari Araldi per consolidare e stimolare la devozione dei numerosi gruppi di Oratorio lì formati.
È quello che è accaduto il giorno 26 giugno, quando chi scrive queste righe e un altro Araldo canadese, il frate Joseph Bassi, abbiamo iniziato un lungo viaggio fino a Kigali, portando una preziosa compagnia: la Statua Pellegrina della Madonna di Fatima. Nello stesso giorno del nostro arrivo, abbiamo iniziato le attività, conducendo la celeste Visitatrice al Seminario Minore San Vincenzo de’ Paoli, nel quale 270 giovani si preparano al ministero sacerdotale.
Sempre seguita da un gran numero di devoti
Siamo partiti in seguito per Rango, nel sud del paese, dove la Statua Pellegrina è stata fervorosamente accolta nel Collegio Salesiano e in vari altri istituti scolastici dei dintorni. Sempre seguita da un gran numero di devoti, la luminosa statua ha visitato le case di partecipanti all’Apostolato dell’Icona.
Le Messe giornaliere del parroco di Rango, Don Gaspar Nteziryayo, SDB, sono molto frequentate, specialmente da bambini e giovani. Subito dopo la Messa celebrata nel giorno della missione, essi hanno attorniato gli Araldi del Vangelo, chiedendo medaglie e immaginette e facendo loro mille domande sul carisma di questa Istituzione ecclesiale.
Scene identiche si sono ripetute nella città di Mubumbano, dove la statua pellegrina è stata condotta alla Parrocchia di Nyumba. Ha visitato un gran numero di case, essendo accompagnata nel percorso da buona parte della popolazione, che manifestava la sua gioia cantando incessantemente per ore. Più di cinquanta giovani di questa città hanno manifestato il loro desiderio di essere ammessi come Araldi del Vangelo.
Commemorando il settimo anniversario dell’Oratorio nel paese
Nella festa degli Apostoli San Pietro e San Paolo, 29 giugno, si sono compiuti sette anni di Apostolato dell’Icona in Rwanda. La data è stata commemorata con una solenne Eucaristia nella Chiesa matrice di Rango. Vari parrocchiani non hanno esitato a percorrere a piedi la distanza di 20 chilometri per partecipare alla festa. L’animazione dell’atto liturgico è stata a carico di un gruppo corale di 60 giovani che ricevono mensilmente a casa loro l’Icona del Cuore Immacolato di Maria, alcuni dei quali devono percorrere un lungo cammino per poter partecipare agli addestramenti di routine.
Si è realizzata in quest’occasione anche la cerimonia di consegna dell’Icona ai coordinatori dei gruppi appena formati, insieme con il mantello color arancione che li caratterizza.
– Che devo fare per essere un Araldo del Vangelo? – hanno chiesto centinaia di ragazzi e ragazze, vedendo i missionari vestiti col loro abito.
Missione a Muhondo, Tumba, Vumbi, Sahera e Kibeho
Dopo un lungo viaggio a Muhondo, ubicata a nord della capitale, siamo arrivati a Tumba la mattina del 2 luglio, accompagnati da Emmanuel Batagata e il coro dei partecipanti all’Apostolato dell’Icona. La missione è iniziata con una Celebrazione Eucaristica, alla fine della quale si è riunita intorno agli Araldi una moltitudine di giovani e adulti, desiderosi di conoscere più particolari riguardo al lavoro che realizzano. Tra questi] si è distaccata una religiosa che, emozionata, ha suggerito loro di tornare più spesso in Rwanda per evangelizzare soprattutto la gioventù. Come nelle altre località, anche qui essi hanno fatto visita a diverse famiglie e hanno avuto l’opportunità di incentivare un gran numero di giovani a dare testimonianza della loro Fede con l’esercizio di una attività apostolica.
Il pomeriggio di questo giorno è stato dedicato a una missione a Vumbi. In questa località rurale di difficile accesso, i missionari si sono commossi nell’osservare la devozione veramente impressionante dei fedeli che riempivano la piccola chiesa. Vari di loro costumano percorrere a piedi circa 10 chilometri per partecipare alla Santa Messa.
Già nella località di Sahera – vicina a Rango, una delle regioni più povere e sofferte del paese – si è formata una vera processione, con canti e danze intorno alla statua della Vergine Santissima che è stata festosamente condotta in molte case dei dintorni.
Il primo sabato del mese, 6 luglio, le nostre attività si sono svolte al Santuario di Notre Dame de Douleurs Nyina wa Jambo, nella città di Kibeho, a 30 chilometri da Rango, per realizzare una cerimonia in onore della Vergine Madre di Dio in questo locale dove Lei si è degnata di manifestare il suo affetto per il popolo ruandese per mezzo di diverse apparizioni, tra il 1981 e 1983. Gli instancabili giovani del coro formato da Emmanuel Batagata hanno fatto a piedi il percorso di andata al Santuario, hanno dato lustro alla cerimonia e sono tornati a piedi nelle loro case.
Commiato a Rango e Kigali
In occasione della Messa domenicale a Rango, il giorno 8 luglio, i fedeli si sono adoperati a fare una cerimonia festiva, con danze e consegna di regali ai missionari Araldi. Dopo questa Celebrazione, ci è stato possibile approfittare ancora di alcuni momenti per visitare la casa dei Missionari della Pace di Cristo Re, che si occupano di bambini portatori di handicap. Siamo partiti in seguito per Kigali, dove siamo rimasti una notte prima di ritornare in Canada.
Quando, dopo quasi due settimane di intense attività, si chiudeva la porta dell’aereo e si faceva sentire il rombo dei motori, sono cominciati a sfilare nelle nostre menti i ricordi di questi benedetti giorni di missione. E al momento del decollo i nostri cuori già palpitavano di nostalgia per le manifestazioni di Fede presenziate in questo paese così sofferto e allo stesso tempo così pieno di vita.
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