Consideriamo il significato di questo magnifico trionfo che si svolge oggi in Cielo. Non è vero che si riceve Gesù Cristo come un conquistatore? Ma la sua conquista siamo noi ed è sui nostri nemici che Egli trionfa. Tutta la Corte celeste accorre davanti a Gesù, proclama le sue lodi e vittorie, canta il fatto che Lui ha spezzato le catene dei prigionieri e che il Suo Sangue ha liberato dalla condanna eterna la razza di Adamo. Se così si esalta la sua qualità di Salvatore, quale non è allora la nostra gloria, visto che la salvezza e liberazione degli uomini è occasione non solo della festa degli Angeli, ma anche del trionfo del Figlio di Dio stesso?
Rallegriamoci, miserabili mortali, e non respiriamo d’ora in poi altro che le cose celesti. La
divinità di Gesù, sempre immutabile nella sua grandezza, non è stata mai sminuita. Pertanto, non è la divinità che oggi è glorificata. Essa non ha perso mai nulla della sua dignità naturale. Quest’umanità che è stata disprezzata, trattata tanto indegnamente, oggi è stata innalzata. E se Gesù è incoronato in questo splendido giorno, è la nostra natura a essere incoronata e collocata su questo augusto trono, davanti al quale si inchinano il Cielo e la Terra.
Mons.Jacques-Bénigne Bossuet
Sermone nel giorno dell’Ascensione
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