Immacolata Concezione

Vangelo

In quel tempo, 26 nel sesto mese, l’Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27 a una Vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La Vergine si chiamava Maria. 28 Entrando da Lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te!” 29 Maria a queste parole rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. 30 L’Angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco concepirai un Figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre. 33 Egli regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo Regno non avrà fine”. 34 Allora Maria disse all’Angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. 35 Le rispose l’Angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di Te, su Te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. 36 Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: 37 nulla è impossibile a Dio”. 38 Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di Me quello che hai detto”. E l’Angelo partì da lei (Lc 1, 26-38).

Il dono più eccelso di tutto l’ordine della creazione

In Maria, Dio ha voluto unire l’insuperabile dignità della maternità divina al più grande dono della grazia, il quale ha restaurato la bellezza dell’universo creato e ha iniziato la Storia della nostra Redenzione.

I – La visione certa delle cose è quella di Dio

Contemplare gli avvenimenti a partire da una prospettiva divina è difficile per noi, creature umane, mentre viviamo sulla Terra. Poiché siamo soggetti alle leggi del tempo, il nostro ragionamento è discorsivo, diverso dal modo di pensare proprio di Dio, per il quale esiste solo il presente, ma quando arriveremo all’eternità e ci incontreremo faccia a faccia con Lui, tutto sarà molto più semplice, perché la nostra intelligenza diventerà deiforme.

ontemplare gli avvenimenti a partire da una prospettiva divina è difficile per noi, creature umane, mentre viviamo sulla Terra. Poiché siamo soggetti alle leggi del tempo, il nostro ragionamento è discorsivo, diverso dal modo di pensare proprio di Dio, per il quale esiste solo il presente, ma quando arriveremo all’eternità e ci incontreremo faccia a faccia con Lui, tutto sarà molto più semplice, perché la nostra intelligenza diventerà deiforme.

Due modi di vedere la realtà

Niente di meglio di un esempio per aiutarci a comprendere la questione. In passato, gli osservatori astronomici erano equipaggiati con grandi e pesanti lenti, chiamate anche telescopi rifrattori. Oltre che a essere difficili da maneggiare, la loro fabbricazione era molto dispendiosa a causa della necessità di procurarsi lenti appropriate. Con i progressi tecnologici, questi apparecchi sono stati sostituiti da altri più semplici, efficienti e meno costosi, i telescopi riflettori, costituiti soprattutto da specchi invece che da lenti. Con questo sistema, l’osservatore non esamina direttamente gli astri con le lenti, ma le immagini dei corpi celesti riflesse negli specchi. Il risultato è un’ analisi più accurata e precisa della volta celeste. 

A noi succede qualcosa di analogo: quando ci atteniamo alla nostra povera visione umana, è come se stessimo usando una lente arcaica; se cercassimo di interpretare i fatti in Dio, in Lui vedremmo tutto con maggior chiarezza ed esattezza. Ecco la ragione per la quale dobbiamo impegnarci a discernere le cose in funzione di Dio, invece di concludere da soli.

La Storia vista dalla prospettiva divina

Ora, è chiaro che noi vediamo la Storia in un modo cronologico. Per esempio: c’è stata la creazione degli Angeli, uno di loro si è ribellato, ha trascinato con sé la terza parte degli spiriti celesti e tutti questi sono stati gettati nell’inferno. Poi Adamo ed Eva sono stati creati e introdotti nel Paradiso, dove vivevano felici fino al momento in cui, ingannati dal serpente, hanno disobbedito a Dio, macchiando l’universo con il peccato. Più tardi Nostro Signore ci ha redenti. Tale successione di fatti è vera, ma insufficiente, e molto distante dalla realtà completa! Qual é questa?

Evidentemente, quello che accade in seno alla Santissima Trinità è impenetrabile da parte nostra. Come raggiungere la straordinaria altezza del pensiero divino? Sono tre Persone identiche e, tuttavia, Si intrattengono in una immensa felicità! Per quanto vogliamo, non potremo mai formarci una nozione esatta di come sia avvenuta l’ideazione dell’ordine dell’universo con tutte le meraviglie che lo compongono. Niente ci impedisce, tuttavia, di fare le nostre considerazioni a riguardo. In virtù della nostra natura abbiamo la necessità di immagini per intendere meglio, per questo, abbiamo bisogno quasi di umanizzare Dio. Immaginiamo, allora, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo che progettano la creazione, in una conversazione intavolata da tutta l’eternità. Concepire qualcosa che non ha avuto principio è già complicato per noi…

I fondamenti dell’universo

Gesù – monumento di Pio VIII (particolare) – Basilica di San Pietro, Vaticano

Dio ha in Sé – usiamo di proposito la parola ha perché, come abbiamo già detto, per Lui non c’è passato né futuro – infiniti universi possibili, Angeli e uomini che non sono stati creati, e infinite possibilità di relazione degli uomini fra loro, degli uomini con gli Angeli, ecc. Tuttavia, Egli sceglie e crea questo mondo nel quale viviamo, certamente il meglio per la realizzazione dei suoi disegni, poiché essendo Dio la Perfezione non potrebbe preferire qualcosa di inferiore a quello che esiste.1 Secondo il nostro concetto, la formazione di questo universo sarebbe simile al processo di costruzione di un edificio: iniziamo dalle fondamenta, incastrate nel seno della terra, e sopra di esse montiamo le pareti, per occuparci solo allora delle parti più nobili. Nella mente di Dio, al contrario, i fondamenti sono il punto più alto e sublime. Per questo motivo, il piano della creazione parte dalla creatura princeps, Nostro Signore Gesù Cristo, e in funzione di Lui tutto è architettato, come insegna San Paolo nella seconda lettura di oggi: “In Lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà” (Ef 1, 4-6a). 

Ora, è dottrina comune della Chiesa che nel progetto divino Nostro Signore e la Madonna occupino lo stesso posto.2 Dunque, è a partire da entrambi che Dio costituisce l’universo.

La più eccellente delle creature

Essendo Gesù la Seconda Persona della Santissima Trinità incarnata, Uomo-Dio, Egli non ha una personalità umana, ma divina; è lo stesso Figlio, generato e non creato, consustanziale al Padre, nonostante abbia assunto la nostra natura. Maria, la Madre di Dio, ha personalità umana, ma è la più eccelsa delle creature, la realizzazione del massimo nel mondo creato e anche nel mondo delle creature possibili che non sono arrivate ad essere create. Da tutta l’eternità Ella è stata la causa di contentezza per le tre Persone Divine. Possiamo immaginare che, nel contemplarLa, il Padre abbia esclamato: “Lei sarà mia Figlia!”; il Figlio abbia detto: “Lei sarà mia Madre!”; e lo Spirito Santo: “Lei sarà mia Sposa!”. SoffermandoSi in amore a Lei, La cumularono di tutto quanto Le conveniva delle bellezze della creazione e dei tesori della grazia, incoronandoLa con un singolarissimo dono: l’Immacolata Concezione.

Santissima Trinità – Hotel Monastério, Cuzco (Perù)

É importante ricordare qui che questa, come tutte le altre prerogative della Vergine Santissima, defluiscono da un suo privilegio essenziale, la maternità divina, insuperabile dignità che La eleva in forma relativa, ma autentica, al settimo piano della creazione, cioè, all’ordine ipostatico.Tali presupposti ci permetteranno di comprendere meglio la Liturgia di questa Solennità, che ci presenta nella prima lettura e nel Vangelo, rispettivamente, due passi della Sacra Scrittura che si riferiscono all’Immacolata Concezione: il celebre versetto della Genesi chiamato Protovangelo (cfr. Gen 3, 15) e il saluto dell’Angelo alla Madonna (cfr. Lc 1, 28). Siccome è già stato commentato in altre occasioni il testo di San Luca,3 approfittiamo per tessere alcune considerazioni sull’Immacolata Concezione a partire dall’episodio narrato nella prima lettura (Gen 3, 9-15.20). Nel piano della creazione tracciato da Dio, anche questo fatto era incluso come antipode di Colei che oggi celebriamo.

II – “Porrò inimicizia tra te e la Donna”

L’amore è eminentemente comunicativo: se uno, per amore di Dio, ama l’altro, desidera darsi per intero a chi ama. Così, Dio ci ama da tutta l’eternità. Per questo, oltre a elevare l’uomo come re della creazione, collocando sotto il suo dominio le creature, gli ha concesso ogni sorta di doni naturali, preternaturali e soprannaturali. Adamo ed Eva, però, hanno accettato l’offerta del demonio – “sareste come Dio” (Gen 3, 5) – e hanno assaggiato del frutto proibito, soffrendo in seguito le conseguenze della loro disubbidienza. Sentendosi svuotati – ossia, frustrati, sensazione inevitabile proveniente dal peccato mortale –, essi hanno tentato di nascondersi da Dio. Ecco un errore, conseguenza del peccato originale, nel quale l’umanità continua a incorrere di generazione in generazione: fuggire da Dio quando si commette una colpa. Tale atteggiamento è un vero suicidio spirituale. L’esempio di Davide, di Santa Maria Maddalena, di Sant’Agostino e di tanti altri Santi nella Storia, che sono stati esauditi sovrabbondantemente quando, pentiti dei loro errori, hanno presentato a Dio la richiesta di perdono, ci mostra quanto sbagliata sia stata la reazione dei nostri progenitori. Dio è in ogni momento a nostra disposizione per perdonare.

Il peccatore vuole sempre giustificarsi

Il Creatore allora ha chiesto all’uomo: “Dove sei?” (Gen 3, 9). È chiaro che Dio sapeva… Adamo era dentro di Lui! Ma questo era un modo di rimproverare la sua coscienza portandolo a riconoscere il peccato. E Adamo ha cercato di spiegarsi: “Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura” (Gen 3, 10).

Ancora una volta il Signore lo ha interrogato, nonostante avesse scienza di tutto quanto era accaduto: “Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare!” (Gen 3, 11). Per mezzo di questo dialogo, Dio Si adattava al modo di ragionare umano perché Adamo se ne rendesse conto, infatti a un certo punto egli stava già tentando di dimenticare la colpa. Chi commette un peccato mortale – nel caso, in materia di obbedienza – ha la tendenza a creare subito una giustificazione del suo atto. Nessuno pratica il male per il male.4 Adamo e sua moglie hanno peccato con l’illusione di ottenere un bene: essere uguali a Dio. Per questo Adamo si è scusato: “La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato!” (Gen 3, 12). Ossia, invece di chiedere perdono, egli ha attribuito a Dio la responsabilità per il crimine, come a dire: “La colpa è tua e non mia. Tu hai creato questa donna, lei mi ha portato il frutto e io l’ho mangiato”. Eva, a sua volta, ha avuto la stessa reazione quando è stata interpellata da Dio: “Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato” (Gen 3, 13). Quando la persona non assume il proprio errore, finisce per far ricadere la colpa sull’altro.

Le conseguenze del peccato… e il piano di Dio

Terribili sono le conseguenze del peccato originale per l’umanità. Per essere entrati nella via dell’inimicizia con Dio, Adamo ed Eva hanno perduto la grazia santificante e, con essa, tutti gli altri doni soprannaturali e preternaturali, come, per esempio, quello dell’immortalità, o di integrità – perfetto equilibrio tra le passioni, la ragione e la volontà – e, nel caso di Adamo, la scienza infusa. Anche la natura umana si è indebolita,5 perché l’intelligenza si è oscurata e la volontà è diventata propensa a scegliere il male. Adamo ed Eva sono diventati deboli nella lotta contro le tentazioni. È questa l’eredità che abbiamo ricevuto da loro, poiché ne siamo discendenti.

Non c’era una sola creatura umana capace di saldare questo debito. Sebbene Dio avesse potuto ben perdonare il peccato gratuitamente e liberamente, visto che Lui è l’offeso e il Giudice, la Seconda Persona della Santissima Trinità ha voluto offrire la riparazione al Padre, incarnandoSi per operare la Redenzione. Per questo, subito dopo aver maledetto il serpente, usato dal demonio come strumento della tentazione, Dio ha dichiarato: “Io porrò inimicizia tra te e la Donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: Questa ti schiaccerà la testa e tu Le insidierai il calcagno” (Gen 3, 15). In queste parole si trova sintetizzato il messaggio del Vangelo, poiché “con questa divina profezia, è stato chiaramente e apertamente indicato il misericordiosissimo Redentore del genero umano, cioè, il Figlio Unigenito di Dio, Gesù Cristo; è stata designata la sua Beatissima Madre, la Vergine Maria e, allo stesso tempo, è stata nitidamente espressa l’inimicizia dell’uno e dell’altra contro il demonio. […] la Santissima Vergine, unita con Lui da un legame strettissimo e indissolubile, è stata, insieme con Lui e per mezzo di Lui, l’eterna nemica del velenoso serpente e gli ha schiacciato la testa col suo piede virginale”.6 

Come la Madonna ha schiacciato la testa del demonio? È quello che leggiamo nel Vangelo. Se Eva, accettando la sollecitazione del serpente, ha attratto la maledizione sopra il genere umano, Maria, dicendo “Avvenga di Me quello che hai detto” (Lc 1, 38), consentendo di essere utilizzata come scenario della lotta tra il Figlio di Dio e satana, ha vinto non solo il peccato, ma anche la morte.

Adamo ed Eva sono espulsi dal Paradiso – Chiesa di San Raffaele, Heredia (Costa Rica)

Il peccato mette in risalto la purezza immacolata di Maria

Ora, è stato in funzione di questo “Fiat!” che la Santissima Vergine ha ricevuto il dono dell’Immacolata Concezione, riempiendo di giubilo tutto l’universo, perché la sua primitiva bellezza, macchiata col sigillo della colpa di Adamo, è stata restaurata e ha ricevuto qualcosa in più in Maria. Il regno minerale, vegetale, animale, umano e spirituale, in Lei rappresentati, si sono elevati con la pienezza della grazia di Maria e con la sua partecipazione relativa sul piano ipostatico. In Lei sono sintetizzati, pertanto, i sette gradi della creazione.

Qui si applica quello che dicevamo all’inizio: se lasciamo da parte la prospettiva umana della successione cronologica degli avvenimenti e analizziamo tutto da dentro gli occhi di Dio, comprenderemo che Egli ha scelto di creare questo mondo, nel quale c’è stato il peccato degli angeli e quello degli uomini, perché in esso il mistero dell’Incarnazione e il privilegio della Madonna, immune da ogni peccato, risplenderebbero con maggior evidenza. Se non ci fosse stato il peccato originale, la sua purezza immacolata non sarebbe così rifulgente e gloriosa.

III – La gloria dell’Immacolata Concezione

Secondo l’espressione ripetuta da molti Santi, de Maria nunquam satis – di Maria non si dirà mai abbastanza.7 E così come non ci stanchiamo mai di sentir parlare di Lei, riteniamo che sia sempre insufficiente ciò che facciamo per glorificarLa. Stabilita la Solennità dell’Immacolata Concezione in Avvento, la Chiesa sospende il carattere di austerità di questo tempo liturgico per celebrarla con grande pompa e gioia. Tra l’abbondanza di commenti a cui tale commemorazione dà occasione, ricordiamoci che questo dono specialissimo di Maria è un trionfo di Nostro Signore stesso, poiché tutto quello che Lei possiede si deve al fatto che è Madre sua. Per tale ragione, la lode che tributiamo alla Madre ha come causa e termine finale il Figlio. 

E’ stata precisamente la maternità divina uno degli argomenti nei quali la devozione popolare si è appoggiata per sostenere l’Immacolata Concezione, molto prima della proclamazione del dogma. Per il processo naturale della gestazione, la Madonna ha dato il suo sangue per la costituzione fisica del Salvatore, di modo che la Carne e il Sangue di Gesù sono la carne e il sangue di Maria. Sarebbe un assurdo immaginare l’Uomo-Dio formato a partire da un sangue non puro, in un chiostro materno macchiato dal peccato originale, poiché da una fonte impura non può sgorgare ciò che è puro. In virtù dell’Incarnazione del Verbo, Maria doveva essere esente dal peccato. E se noi difendiamo la divinità di Nostro Signore Gesù Cristo, è giocoforza che difendiamo anche l’Immacolata Concezione di sua Madre.

Un altro bell’aspetto di questo privilegio è la gloria che esso significa per la Chiesa, di cui la Madonna è Madre. Essendo la missione della Chiesa combattere il peccato, diminuire i suoi effetti e distribuire la grazia alle anime, non ci può essere onore maggiore per lei che avere una Madre e Regina Immacolata e piena di grazia. Anche in rapporto a Maria la Chiesa ha esercitato la sua funzione di santificare con una perfezione impossibile da eguagliare in qualsiasi altra creatura: durante gli anni in cui la Santissima Vergine è vissuta dopo l’Ascensione di Gesù, orientando e proteggendo maternamente la Chiesa nascente, Lei si è beneficiata del Sacramento dell’Eucaristia, e ogni Comunione aumentava in Lei, in immense proporzioni, lo straordinario tesoro di grazia ricevuto nella sua Concezione Immacolata.

La proclamazione del dogma

Medaglia Commemorativa coniata negli Stati Pontifici nel VI anno del Pontificato di Pio IX

È toccato al Beato Pio IX – il cui lungo pontificato è trascorso in un periodo di grande tensione contro la Chiesa – includere questo titolo mariano tra i dogmi di Fede. L’ambiente cattolico si trovava già preparato, soprattutto perché il Santo Padre e vari suoi predecessori da molto stavano promuovendo la devozione all’Immacolata Concezione, anche con la proibizione di diffondere tesi contrarie a questa dottrina.

Si racconta che, una volta, essendo il Papa confinato a Gaeta, il Cardinale Lambruschini gli abbia detto: “Santo Padre, Vostra Santità non cambierà il mondo se non dichiarando il dogma dell’Immacolata Concezione”. È stato poco dopo questo, il 2 febbraio 1849, che il Papa ha lanciato l’Enciclica Ubi Primum, rivolta ai Patriarchi Primati, Arcivescovi e Vescovi della Chiesa Universale, consultandoli sulla questione.8 Salvo pochissime eccezioni – meno del dieci per cento su un totale di più di 600 lettere inviate –, le risposte sono state tutte favorevoli. Quando è tornato a Roma, nel 1850, Pio IX ha convocato tutti i Vescovi del mondo a contribuire al lavoro della commissione incaricata di preparare la Bolla di definizione del dogma.9

Finalmente, l’8 dicembre 1854, alle undici del mattino, si sono riunite nella Basilica di San Pietro due centinaia di dignitari ecclesiastici, Cardinali, Arcivescovi e Vescovi, per la solenne Messa pontificale, durante la quale è avvenuta la cerimonia di definizione del dogma. Prima dell’Offertorio, il Cardinale Macchi, decano del Sacro Collegio, si è avvicinato al soglio pontificio dove si trovava il Papa e, a nome della Chiesa, gli ha rivolto la supplica, come prescriveva il cerimoniale: “Santissimo Padre, degnatevi di alzare la vostra voce apostolica nella celebrazione del sacrificio incruento cominciato e pronunciate il decreto dogmatico dell’Immacolata Concezione, che farà nascere un nuovo giubilo in Cielo e riempirà di gioia tutto il mondo”. Alzandosi, Pio IX ha dato ordine che si intonasse il Veni Creator Spiritus, accompagnato all’unisono da tutti i presenti. Concluso il cantico, il popolo si è inginocchiato e il Papa, in piedi, ha iniziato la lettura della Bolla Ineffabilis Deus, il cui momento culminante sono state le seguenti parole:

“Perciò, dopo aver offerto senza interruzione, nell’umiltà e nel digiuno, le Nostre private preghiere e quelle pubbliche della Chiesa a Dio Padre, per mezzo del suo Figlio, affinché si degnasse di dirigere e sostenere la Nostra mente con la virtù dello Spirito Santo; dopo aver implorato il soccorso di tutta la corte celeste, e invocato con gemiti lo Spirito consolatore, per sua ispirazione, a onore della Santa e indivisibile Trinità, a decoro e ornamento della Vergine Madre di Dio, a esaltazione della Fede Cattolica, e a incremento della Religione Cristiana, con l’autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, dei Beati Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dichiariamo, pronunziamo e definiamo:

“La dottrina, che sostiene che la Beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua Concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in vista dei meriti di Gesù Cristo, Salvatore del genere umano, è stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale, è stata rivelata da Dio e perciò si deve credere fermamente e inviolabilmente da tutti i fedeli”.10

Terminata la proclamazione, si è udita la salva del cannone di Castel Sant’Angelo e le campane della Città Eterna che suonavano a distesa festeggiando il riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa di questa prerogativa di Maria, la quale fa che i Cieli si rallegrino, gli inferni tremino, riempie di consolazione i figli di Lei sulla Terra e di tristezza i suoi avversari. In una parola, è un dogma che evidenzia l’inimicizia tra il lignaggio della Vergine e quello di satana.

La definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione di Maria.

Alcune considerazioni sulla formula del dogma

Mirabili sono la bellezza e la precisione dei termini usati nella formula dogmatica. Per esempio, l’espressione “nel primo istante della sua Concezione” indica che Maria è stata esente dal peccato nel momento in cui, per così dire, Dio ha pronunciato il fiat per la sua creazione e Lei ha cominciato a esistere nel tempo, tale come era stata ideata da tutta l’eternità. Già le parole “per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente” chiariscono che sarebbe normale che la Madonna fosse concepita con la macchia del peccato, come qualunque figlio di Adamo ed Eva; ma siccome per Dio nulla è impossibile, Egli ha voluto dispensare sua Madre da questa eredità di morte. L’argomento teologico fondamentale del dogma è espresso subito dopo: “in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, è stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale”. Spiegando questa dottrina, la teologia ricorre ad un’espressiva analogia: i due modi di redimersi di un prigioniero. Ci sono casi in cui egli è in carcere e, mediante il pagamento del riscatto, è posto in libertà. Ce ne sono altri, però, in cui la persona corre il rischio di esser portata in prigionia, e prima che questo avvenga qualcuno paga il suo riscatto. Riportando la nostra immaginazione a quell’eterna conversazione della Santissima Trinità, possiamo supporre che il Figlio Si sia rivolto al Padre, dicendo: “Piuttosto che il peccato originale tocchi mia Madre, Io Le applico il prezzo del mio Sangue che sarà versato sul Calvario”. Per essere stata oggetto di questa Redenzione preventiva, “Maria ha in comune con tutti gli uomini

Immacolata Concezione – Cappella del Seminario Maggiore di Quito.

l’essere stata riscattata col Sangue di suo Figlio; ma ha qualcosa di particolare, poiché questo Sangue è stato tratto dal suo casto corpo. […] Lei ha in comune con noi che questo Sangue è versato su di Sé per santificarLa; tuttavia in Lei c’è la sua fonte. Possiamo dire che la concezione di Maria è come la prima origine del Sangue di Gesù. È da qui che questo bel fiume comincia a spargersi, questo fiume di grazie che corre nelle nostre vene grazie ai Sacramenti e che porta lo spirito di vita a tutto il corpo della Chiesa”.11

Di conseguenza, nella Concezione della Madonna è iniziata la storia della nostra Redenzione. La Solennità di oggi è la festa della liberazione di chi era schiavo del demonio e si consegna interamente a Nostro Signore Gesù Cristo, per le mani della Santissima Vergine. Siamo figli di Maria Immacolata! Se abbiamo apprezzamento per la nostra madre naturale, maggiore deve essere il nostro amore per Colei che è Madre della nostra vita soprannaturale. Pieni di gratitudine, chiediamo a Lei che, come ha trionfato sul peccato, così trionfi nella nostra anima, infondendole un raggio della sua purezza, e che, purificati da tutte le nostre miserie, siamo assistiti dal suo Divino Sposo e ci trasformiamo in strumenti efficaci per la promozione di un altro trionfo, da Lei promesso a Fatima e tanto desiderato da noi: quello del suo Cuore Immacolato e Sapienziale.


1) Cfr. SAN TOMMASO D’AQUINO. Summa Theologica. I, q.25, a.6, 
ad 3.


2) Cfr. PIO IX. Bolla Ineffabilis Deus. In: DOCUMENTI PONTIFICI.
Petrópolis: Vozes, 1953, p.3-23; PIO XII. Munificentissimus 
Deus, n.40; GIOVANNI PAOLO II. Redemptoris Mater, n.8; ROSCHINI,
OSM, Gabriel. Instruções Marianas. San Paolo: Paulinas, 1960, 
p.22; La Madre de Dios según la fe y la teología. 2.ed. Madrid:
Apostolado de la Prensa, 1958, v.I, p.177-178; ROYO MARÍN, OP, 
Antonio. La Virgen María. Madrid: BAC, 1968, p.57.


3) Cfr. CLÁ DIAS, EP, João Scognamiglio. Maria sarebbe in grado
di ripristinare l’ordine nell’universo? In: Araldi del Vangelo.
Roma. N.107 (Mar., 2012); p.10-17; Commento al Vangelo della 
Solennità dell’Annunciazione del Signore, in questo stesso 
volume; Commento al Vangelo della IV Domenica dell’Avvento 
– Anno B, nel Volume III di questa collezione.

4) Cfr. SAN TOMMASO D’AQUINO, op. cit., I-II, q.77, a.2. 

5) Cfr. ROYO MARÍN, OP, Antonio. Dios y su Obra. Madrid: 
BAC, 1963, p.499-500.


7) Cfr. SAN LUIGI MARIA GRIGNION DE MONTFORT. Traité de la 
vraie dévotion à la Sainte Vierge, n.10. In: Œuvres Complètes. 
Paris: Du Seuil, 1966, p.492-493.


8) Cfr. BIBLIOTHÈQUE DES ÉCOLES CHRÉTIENNES. Pie IX. Nouvelle 
Biographie. Tours: Mame et Cie, 1852, p.84-89. 

9) Cfr. VILLEFRANCHE, Jacques-Melchior. Pio IX. Sua vida, 
sua história e seu século. San Paolo: Panorama, 1948, p.130-133.


10) PIO IX, op. cit.


11) BOSSUET, Jacques-Bénigne. IIe Sermon pour la Fête de la 
Conception de la Sainte Vierge. In: Œuvres choisies. 
Versailles: Lebel, 1822, v.X, p.34.

Estratto dalla collezione “L’inedito sui Vangeli” da Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP.