Chiodi, lance, corona di spine… Dove si incontrano questi preziosi ricordi
della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo? Facciamo un devoto “pellegrinaggio” alla Città Eterna
Tutte queste reliquie di Gesù Cristo, addirittura gli oggetti più semplice impressionano, commuovono l´anima cristiana, infondono un profondo rispetto e, allo stesso tempo provocano intensa attrazione. La sete di divino, inerente a tutti gli uomini, si sente compiaciuta nel contemplare qualcuna di loro.
Di queste inestimabili reliquie, il Santo Sudario di Torino è forse la più conosciuta, a causa delle reiterate prove per negare la sua autenticità, tutte frustrate per i rigorosi test scientifici. Tutto ciò è stato notiziato dalla grande stampa e è già di conoscenza del pubblico.
Le prove scientifiche, hanno chiaro, il suo valore. Però, l´uomo di buon cuore, quando guarda il Santo Sudario, trova una prova immensamente più valorosa della sua autenticità. Quale pittore sarebbe capace di immaginare, di “creare” quella fisionomia? Tanta grandezza e serenità in quel viso, tanto perdono e tanta censura in quegli occhi chiusi, non è stato permesso all´uomo di inventare. Si guarda e ci si crede! È il volto di Gesù!
Scala Santa
Tuttavia, molto meno conosciute sono le preziose reliquie del Divino Maestro che un pellegrino può trovare a Roma. In questo senso, è la Città Eterna un vero scrigno.
Ad una piccola distanza dalla magnifica Basilica di San Giovanni in Laterano, il fedele potrà devotamente salire in ginocchio i gradini della Scala Santa, portata da Gerusalemme a Roma. Si tratta della scala del Palazzo di Ponzio Pilato, salita da Gesù quando fu presentato alla folla rumorosa dopo la Flagellazione, “L´Ecce Homo”. Inoltre, sono ancora segnalati tre punti dove si vede la macchia del divino sangue sul marmo o, offrendo un atto di riparazione al Divino Redentore.
Basilica di “Santa Croce in Gerusalemme”
Lasciando la Scala Santa, il pellegrino può andare a una chiesa vicina, la Santa Croce di Gerusalemme, fatta costruire a Roma dalla madre dell´Imperatore Costantino, Santa Elena, per custodire le reliquie della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, portate da lei dalla Terra Santa.
In una piccola cappella in fondo alla chiesa, sono esposte queste preziose reliquie. Sono loro:
Una parte della Santa Croce
Santa Elena è andata alla Terra Santa con il pietoso obiettivo di trovare la Santa Croce di Nostro Signore Gesù Cristo. Lei è stata informata che, probabilmente la croce sarebbe nel luogo del Santo Sepolcro, perché i romani avevano l´abitudine di seppellire insieme al corpo del condannato gli strumenti utilizzati nel supplizio.
Per impedire la devozione dei primi cristiani, il Santo Sepolcro è stato coperto di detriti, essendo costruito accanto un tempio a Venere e una statua a Giove.
Per ordine di Santa Elena, questo tempio è stato distrutto e la statua fatta a pezzi. Di seguito, hanno iniziato gli scavi. Nel 3 maggio 326, sono stati trovati in questo posto tre croci. Tutto indicava che fossero le stesse del Nostro Redentore e dei due ladri. Come, però, sapere qual´era quella di Cristo?
Davanti a questa perplessità, il Vescovo Macario ha incontrato una soluzione: ha ordinato che si toccasse una delle croce in una donna molto malata, certo che la Provvidenza si manifesterebbe per rivelare quale sarebbe la vera Santa Croce. Al contatto con la prima e la seconda, niente è successo. Quando però, la donna ha toccato la terza croce, immediatamente lei ha ripreso completamente la salute. Non c´erano più dubbi.
Piena di gioia, l´Imperatrice ha fatto costruire in quel posto la grandissima Basilica di Santa Croce, chiamata anche Chiesa del Santo Sepolcro o della Resurrezione, dove è stata custodita la principale parte della Croce.
Un´altra parte è stata inviata a Costantinopla, dove Costantino l´ha ricevuta con grande devozione. Pieno di rispetto per questa reliquia, il monarca ha vietato da allora il supplizio della crocefissione in tutto l´Impero Romano.
La madre dell´imperatore ha portato a Roma il restante delle reliquie. Un importante frammento è venerato fino ad oggi nella conosciuta “Chiesa della Santa Croce in Gerusalemme”, e un altro nella Basilica di San Pietro.
Un Chiodo
Sono stati trovati nello stesso locale i chiodi usati per legare alla Croce il Divino Redentore. L´Imperatore Costantino ha fatto inserire uno di questi chiodi in un bellissimo diadema di perle, usato da lui solo in occasioni solenni. Nel 550, gli altri chiodi sono stati portati a Roma dal futuro Papa San Gregorio Magno. Uno di loro è venerato nello scrigno della “Chiesa di Santa Croce di Gerusalemme”.
La tavoletta INRJ
In questo scrigno, il pellegrino potrà anche contemplare la tavoletta con l´iscrizione “Gesù Nazareno Ré degli Ebrei” – in ebraico, greco e latino – fatta fissare da Pilato sulla Croce del Salvatore.
Una spina della Corona
Contrariamente a quanto comunemente si crede, la Corona di Spine di Nostro Signore non aveva la forma di un diadema, ma sì di un copricapo, con 21 cm di diametro, che gli copriva tutta la testa. Era fatta di rami di lunghe spine intrecciate. Dopo l´aver messa sopra l´adorabile testa di Gesù, i torturatori l´hanno colpita perché provocasse grandi ferimenti, come è stato attestato dalle macchie di sangue del Santo Sudario.
La Corona è restata nella Basilica del Monte Sion, a Gerusalemme, fino il 1053 quando è stata portata a Costantinopla. Nel 1238, l´imperatore Balduino II l´ha consegnata – insieme alla punta della lancia di Longino – come pegno per un prestito fatto alle banche di Venezia. Di comune accordo con questo imperatore, San Luigi IX, Ré della Francia, ha riscosso il già riferito debito e ha ricevuto nel suo paese le due preziose reliquie, con tutte le dimostrazioni di venerazione. Proprio il ré, la regina madre, innumerevoli prelati e principi sono andati a incontrarle vicino alla città di Sens. San Luigi e suo fratello, Roberto d´Artois, scalzi, le hanno portate alla Cattedrale di Santo Stefano, in questa città.
Desideroso di accogliere in un posto degno queste inestimabili reliquie, il Ré santo ha fatto costruire a Parigi un vero gioiello della architettura gotica: la Sainte Chapelle (la Capella Santa), una meravigliosa chiesa con vetrate che stupiscono tutti quelli che hanno la fortuna di conoscerla.
Oggi, la Corona di Spine è tra i Tesori della Cattedrale di Notre Dame di Parigi.
A Roma si incontra soltanto una di queste spine.
Il dito di San Tommaso
Curiosamente, tra queste reliquie, nello stesso scrigno, c´è anche … il dito di San Tommaso, l´Apostolo incredulo che ha toccato la piaga del Divino Redentore, dopo la Resurrezione.
La Colonna della Flagellazione
Dal portale di Santa Maria Maggiore, si può vedere la Chiesa di Santa Prassede. Semplice nell´apparenza, cosa conterrà?
Da un corridoio si arriva a una piccola cappela, lì, in una colonna ben illuminata, è esposta la Colonna della Flagellazione. È impressionante! La sua semplicità è eloquente. Senza nessun ornamento, commuove profondamente.
Ha soltanto 50 cm di altezza, 32 cm di larghezza alla base e 20 cm nella parte superiore, dove c´è un´argola di ferro nella quale erano legati i suppliziati. È fatta in marmo bianco con grossi grani neri.
Nel Santo Sudario di Torino, si contano i segni di più di cento colpi di flagello ricevuti da Nostro Signore.
La Colonna della Flagellazione è stata portata a Roma nel 1213, ai tempi del Papa Innocenzo III.
L´Asta della Santa Lancia
Scoperta nel Santo Sepolcro, la Lancia con la quale il centurione Longino ha perforato il costato del Signore è stata portata da Gerusalemme a Antiochia. All´imminenza dell´invasione barbarica, mani pietose l´hanno seppellita dietro l´altare della Chiesa di San Pietro. Durante la prima Crociata, nel 1097, i cristiani erano bloccati in questa città, in una situazione molto pericolosa. Allora un monaco che aveva avuto una rivelazione soprannaturale, ha indicato il posto dove la Lancia era stata sotterrata. La sua scoperta ha svegliato l´entusiasmo e ha dato una nuova energia ai crociati, che hanno vinto subito i saraceni.
Abbiamo già visto, come la punta della Sacra Lancia è stata portata a Parigi e messa, insieme alla Corona di Spine nella Saint Chapelle. Durante la Rivoluzione Francese, purtroppo questa preziosa reliquia è scomparsa.
L´asta è rimasta a Costantinopla, anche dopo la presa della città dai turchi. E, nel 1492, il sultano Bajazet l´ha inviata al Papa Innocenzo VIII, spiegando che la punta si incontrava in potere del ré della Francia.
Attualmente questa asta è venerata nella Basilica di San Pietro, accanto all´immagine di San Longino, il centurione martire.
La benefica prossimità al soprannaturale
L´impressione della prossimità del soprannaturale, dell´amore di un Dio che si è incarnato e ha sofferto l´innimaginabile per salvarci, occupa e profuma l´anima del fedele, che contrito, contempla una a una le reliquie del nostro Divino Redentore.
Finito questo “pellegrinaggio” per le reliquie di Gesù, ci resta nell´anima una valorosa conclusione. Tante volte ci invade la sensazione che Dio è lontano, poco accessibile alle notre richieste o preghiere. Niente di più falso e dannoso alla vita spirituale! Dio è vicino a noi e sente le nostre suppliche come se fossero quelle di un figlio único, estremamente amato.
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