Un gesto semplice, una materia comune, e soltanto alcune parole facili da memorizzare producono, in unione con la Chiesa, i più meravigliosi effetti sul piano soprannaturale.
Erano circa quattro secoli che nessun profeta faceva udire la sua voce in Israele quando, nel 15º anno del regno di Tiberio Cesare, avvicinandosi i giorni annunciati da Daniele sulla venuta del Messia, un improvviso subbuglio percorse Gerusalemme e tutta la Giudea. Sulle sponde sacre del Giordano – il fiume leggendario, palco di incantevoli miracoli e scene grandiose – era apparso un uomo penitente, un inviato di Dio nello spirito di Elia. Giovanni Battista era il suo nome.
Predicazione di Giovanni e Battesimo di Gesù
Modello di anacoreta fino al momento di compiere la sua missione, il figlio di Zaccaria ed Elisabetta abbandonò la lunga, austera e mistica solitudine in cui era vissuto e scese fino alla valle del Giordano, dove convergevano da tutte le parti carovane, al fine di predicarvi parole di un religioso timore: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!” (Mt 3, 2).
Moltitudini di israeliti affluivano per udirlo e ricevere il suo battesimo, simbolo della purificazione del cuore necessaria per meritare il Regno dei Cieli. Il battesimo di Giovanni – che era di preparazione, di penitenza, non ancora il sacramento – produceva un infervoramento spirituale come mai si era visto prima in Israele. “Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano” (Mt 3, 5-6).
E l’araldo dell’Altissimo si presentava sempre come mero precursore, dicendo incessantemente: “Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco” (Mt 3, 11).
Erano sei mesi che il santo Precursore preparava i figli di Israele all’incontro col Messia, quando Gesù andò al Giordano “per farsi battezzare da lui” (Mt 3, 13). Notando la presenza dell’Innocente nel mezzo della moltitudine, Giovanni si chinò e Gli disse: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me!” (Mt 3, 14). Gesù gli rispose: “Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia”.
E Giovanni, obbediente, Lo immerse nel Giordano (cfr. Mt 3, 13-15).1 Quando Gesù uscì dall’acqua, il Cielo si aprì e lo Spirito Santo scese su di Lui assumendo l’aspetto di una colomba. “E si sentì una voce dal cielo: ‘Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto'” (Mc 1, 11). Grandiosa manifestazione divina con la quale il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, uniti nell’opera della Redenzione proclamavano l’istituzione del Sacramento più necessario per la nostra Salvezza.2
I Sacramenti, che cosa sono?
Secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica, “I Sacramenti sono segni efficaci della grazia, istituiti da Cristo e affidati alla Chiesa, attraverso i quali ci viene elargita la vita divina. I riti visibili con i quali i Sacramenti sono celebrati significano e realizzano le grazie proprie di ciascun Sacramento.
Essi portano frutto in coloro che li ricevono con le disposizioni richieste.”3 Nello stesso senso – sebbene in forma più sintetica – si esprime l’illustre teologo don Antonio Royo Marin, OP, il quale afferma che i Sacramenti sono “segni sensibili istituiti dal Signore Gesù, per significare e produrre la grazia santificante in colui che li riceve degnamente”.4
Ascoltiamo il dotto domenicano nella spiegazione dei termini in questa breve e precisa definizione. I Sacramenti sono, in primo luogo, segni. – Ossia, rimandano a qualcosa di differente da se stessi, come la bilancia simbolizza la giustizia, o la bandiera rappresenta la Patria. Sono segni sensibili. – Possono, pertanto, esser percepiti dai sensi corporali, come accade, per esempio, con l’acqua nel Battesimo, il pane e il vino nell’Eucaristia o l’olio nella Cresima e nell’Unzione degli Infermi.
Sono stati istituiti da Nostro Signor Gesù Cristo. – Come afferma anche San Tommaso, “ha istituito qualcosa che gli dà vigore e forza”.5 Stando così le cose, solamente Gesù può esser causa dei Sacramenti, e non la Chiesa, “poiché la grazia santificante germina, come dalla sua fonte unica, dal Cuore trafitto di Cristo”.6 Ne deriva anche che, come insegna San Pio X, non tocca alla Chiesa, “innovare alcunché riguardo alla sostanza stessa dei Sacramenti”.7
Per significare e produrre la grazia santificante. – L’acqua del Battesimo, per esempio, lava il corpo del battezzato per rappresentare la purificazione della sua anima, che resta purificata da ogni peccato e l’Eucaristia ci è data sotto la forma di alimento corporale, per simbolizzare l’alimento spirituale che l’anima riceve per la presenza reale di Cristo in corpo, sangue, anima e divinità.
In colui che li riceve degnamente. – Affinché i Sacramenti producano la grazia santificante è necessario che chi li riceve non opponga loro nessun ostacolo o impedimento volontario. Ecco perché è richiesto il possesso dello stato di grazia per ricevere la Cresima, Eucaristia, Unzione degli Infermi, Ordine e Matrimonio ed essere pentito, almeno con attrizione soprannaturale,8 per ricevere l’assoluzione nel Sacramento della Penitenza, o il Battesimo quando si tratta di persona in età d’uso della ragione.
Occorre notare, infine, che i Sacramenti hanno un carattere universale; Gesù Cristo non li ha istituiti unicamente perché alcuni scegliessero, ma piuttosto per profitto di tutti gli uomini.
Vita naturale e vita soprannaturale
Portando oltre l’analogia tra il piano simbolico e il piano della grazia, San Tommaso d’Aquino stabilisce nella Summa Teologica un interessante parallelo tra la vita naturale e la vita soprannaturale prodotta dai Sacramenti.9 Mentre, nella vita naturale, l’uomo è generato, cresce e si alimenta; nella vita soprannaturale, l’anima nasce dal Battesimo, raggiunge la statura e la forza perfette per la Cresima e si nutre con l’Eucaristia.
E “come l’uomo incorre a volte in un’infermità corporale o spirituale, essendo questa il peccato, è necessario che sia guarito dalla malattia”.10 È questa la funzione della Penitenza (Riconciliazione), che ristabilisce la salute, e dell’Unzione degli Infermi, che pulisce l’anima dalle vestigia e postumi lasciati nella sua anima dal peccato. A questi cinque Sacramenti si uniscono quello del Matrimonio e quello dell’Ordine – essendo quest’ultimo analogo al potere che riceve un uomo per reggere la moltitudine e esercitare funzioni pubbliche – completando così il numero di sette.
“A partire da qui – conclude il Dottor Angelico – resta chiara la questione del numero dei Sacramenti, anche in quanto mira alla ribellione dal peccato, poiché il Battesimo si rivolge contro la mancanza di vita spirituale; la Cresima, contro la debolezza d’animo che si trova negli appena nati; l’Eucaristia, contro la fragilità dell’anima davanti al peccato; la Penitenza, contro il peccato presente commesso dopo il Battesimo; l’Unzione degli Infermi, contro le conseguenze del peccato non sufficientemente tolte dalla Penitenza o provenienti dalla negligenza o dall’ignoranza; l’Ordine , contro la disorganizzazione della moltitudine; il Matrimonio, contro la concupiscenza personale e contro la scomparsa dell’umanità che si verifica con la morte”.11
“Nulla permane, pertanto, a margine dell’ influenza benefica dei Sacramenti” osserva Don Antonio Royo Marin.”Tramite loro la vita umana intera è santificata e l’uomo si trova provvisto con divina abbondanza di tutto quanto necessita per assicurare la sua salvezza eterna”.12
L’unico Sacramento indispensabile per la salvezza
Nella tradizionale relazione stabilita da San Tommaso, il Battesimo, nuova nascita spirituale, è il primo dei sette Sacramenti.13 Lo è anche dal punto di vista della necessità, poiché è l’unico Sacramento indispensabile per ognuno di noi, individualmente, per raggiungere la Beatitudine eterna. 14 Così sostiene con tutta chiarezza lo stesso San Tommaso: “È, dunque, chiaro, che tutti sono obbligati al Battesimo e che, senza questo, non può esserci salvezza per gli uomini”.15
In modo ancor più bello e chiaro lo stesso Nostro Signore: “Se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio.” (Gv 3, 5).16 Ora, “conviene alla misericordia di chi ‘vuole che tutti gli uomini si salvino’, permettere che si trovi facilmente il rimedio per la salvezza”.17
Ne consegue che la materia del Battesimo sia una materia comune, l’acqua, che qualunque uomo può ottenere e ne consegue anche che il ministro del Battesimo, in circostanze eccezionali, possa essere una persona qualunque, anche non ordinata, uomo o donna e persino un eretico o un pagano.18 Affinché il Sacramento sia valido, la Chiesa esige soltanto che sia utilizzata la materia del Sacramento, osservata la forma e applicata l’intenzione di fare ciò che Lei stessa fa, astraendo da qualsiasi eresia o infedeltà.
Battesimo e Peccato Originale
Conviene, infine, non dimenticare che la necessità di questo Sacramento, come spiega Besson, “è conseguenza degli effetti del Peccato Originale e delle restituzioni promesse dall’Uomo-Dio”.19 Ognuno di noi ha peccato in Adamo, e la morte è entrata nella nostra anima col peccato; allo stesso modo, ognuno di noi è stato salvato nel nuovo Adamo, e affinché la vita di Lui entri nella nostra anima è necessario che riceviamo la grazia del Battesimo.
“Sotto le acque del Battesimo, la macchia primitiva ed estinta dalla fronte dell’umanità; e con il titolo di figlio battezzato e rigenerato, l’uomo decaduto recupera i suoi diritti e la sua eredità celestiale. Questa necessità include tutti gli uomini”.20 Per questo, poco tempo dopo la sua nascita, il bambino è condotto al fonte battesimale da un padrino che risponde della sua Fede, e china sotto l’acqua santa la sua fronte ancora segnata dal peccato originale.21 Consumato il rito, il bambino si erge libero, innocente e immacolato, con l’indelebile sigillo dell’ordine soprannaturale. Era schiavo e le sue catene sono state spezzate; era morto ed è stato resuscitato.
Due principali effetti
Quali sono i principali effetti di questo Sacramento? Nel suo già menzionato libro Somos hijos de Dios, don Royo Marin ne enumera sette, con la precisione propria del teologo. Il Catechismo della Chiesa Cattolica, con un intento più pastorale, afferma che ve ne sono principalmente due: la purificazione dei peccati e la nuova nascita nello Spirito Santo.22 Non vi è molto da dire in relazione al primo di questi, se non che la purificazione è così completa che “tutti i peccati sono perdonati: il peccato originale e tutti i peccati personali, come pure tutte le pene del peccato”.
23 Ma al di là di pulire così l’anima, questo Sacramento “fa del neofita una creatura nuova, un figlio adottivo di Dio che è divenuto partecipe della na tura divina, membro di Cristo e coerede con Lui, tempio dello Spirito Santo”.24 Infatti, il Battesimo ci rende membri del Corpo di Cristo e ci incorpora alla Chiesa.
Attraverso il Battesimo, la vita di Gesù Cristo circola in tutto il Corpo, portando la Sua grazia capitale a tutti i membri e permettendo loro di ottenere la grazia e le virtù: “Dal capo che è Cristo deriva sui Suoi membri la pienezza della grazia e della virtù, secondo il Vangelo di Giovanni: ‘Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia’ (Gv 1, 16)”.25
Così, in ordine alla soddisfazione, alla redenzione, al merito, all’orazione, al sacerdozio: tutto è divenuto comune tra Gesù Cristo e noi, visto che la Chiesa intera, Corpo Mistico di Gesù Cristo, può esser considerata come una sola persona con Lui, secondo quanto insegna San Tommaso d’Aquino.26
La Passione di Cristo è comunicata al neofita
Le conseguenze di questa dottrina hanno una portata maggiore di quanto si pensi, al punto che San Paolo afferma che, col Battesimo, il credente è in comunione con la morte di Cristo, è sepolto e resuscita con Lui.27 Su questo, commenta San Tommaso: “Col Battesimo siamo incorporati nella Passione e Morte di Cristo.
Dice Paolo: ‘Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con Lui. Si dimostra così che ad ogni battezzato la Passione di Cristo è comunicata per servire da rimedio, come se lui stesso avesse sofferto e fosse morto. Ora, la Passione di Cristo è una soddisfazione sufficiente per tutti i peccati di tutti gli uomini. Per questo, chi è battezzato, è liberato dal reato di ogni pena dovuta per i suoi peccati, come se egli stesso avesse offerto una soddisfazione sufficiente per tutti i suoi peccati”.28
Siamo figli di Dio
Ma forse il più toccante e prodigioso effetto del Battesimo è il produrre la filiazione divina. Dio ha solo un figlio secondo la sua natura, che è il Verbo Incarnato. Soltanto a Lui il Padre trasferisce eternamente la natura divina in tutta la sua infinita pienezza. Tuttavia, la grazia santificante – che è uno degli effetti del Battesimo – conferisce ai neofiti una partecipazione reale e vera in questa filiazione “per una adozione intrinseca, la quale pone nella nostra anima, fisicamente e formalmente, una realtà assolutamente divina, che fa circolare lo stesso sangue di Dio nelle vene della nostra anima.
Grazie a questo innesto divino, l’anima si fa partecipe della stessa vita di Dio. Si tratta di una vera generazione spirituale, una nascita soprannaturale che imita la generazione naturale e ricorda, per analogia, la generazione eterna del Verbo di Dio”.29 In una parola, la grazia santificante, per la quale il Battesimo ci apre le porte, non ci dà solo il diritto di chiamarci figli di Dio, ma ci rende realmente tali. “Ineffabile meraviglia – conclude Don Royo Marin – che sembrerebbe incredibile se non risultasse espressamente nella divina Rivelazione”. 30 Avrebbe potuto Dio fare qualcosa di più per noi?
1 Durante la sua recente visita al luogo in cui era stato battezzato Gesù, Papa Benedetto XVI spiega il motivo di questo gesto del Redentore: “Gesù si è messo in fila con i peccatori e ha accettato il battesimo di penitenza di Giovanni come un segno profetico della propria Passione, Morte e Ressurrezione per il perdono dei peccati” (10/5/2009). 2 San Tommaso afferma che questo Sacramento è stato istituito quando Cristo è stato battezzato, sebbene la necessità di riceverlo sia stata notificata all’umanità solo dopo la sua Passione e Ressurrezione (cfr. ST III, q. 66, a. 2). 3 CIC § 1131-1132. 4 ROYO MARÍN, OP, Antonio. Somos hijos de Dios. Madrid: BAC, 1977, pag. 93. 5 d’AQUINO, San Tommaso. Summa Teologica III, q. 64, a. 2. Cfr. Denzinger – Hünerman, §1864. 6 ROYO MARÍN, OP, Op. cit., pagg. 93-94. 7 Denzinger – Hünerman, §3556. 8 La attrizione, o contrizione imperfetta, e il pentimento suscitato dal timore del castigo. Per conoscere meglio le differenze tra attrizione e contrizione perfetta, si può consultare Araldi del Vangelo, n. 84, dicembre 2008, pagg. 34- 35. 9 Cf. d’AQUINO, San Tommaso. Summa Teologica III, q. 65, a. 1. 10 Idem, q. 65, a. 1, resp. 11 Idem, ibidem. 12 ROYO MARÍN, OP, Op. Cit., pag. 94. 13 Cf. d’AQUINO, San Tommaso de. Summa Teologica III, q. 65, a. 2, risp. 14 Cfr. Idem, q. 65, a. 3, ad.3; a. 4, resp. La Penitenza e l’Ordine sacerdotale sono anch’essi di necessità assoluta, ma la prima è richiesta soltanto per coloro che hanno peccato dopo il Battesimo e il secondo è imprescindibile per la Chiesa, non per gli individui (cfr. ST III, q.65, a. 4). 15 d’AQUINO, San Tommaso. Summa Teologica, III q. 68, a. 1, risp. 16 Non tratteremo in questo articolo del battesimo di sangue (dei martiri non battezzati) né di quello di desiderio, poiché sebbene producano gli stessi effetti del Battesimo sacramentale, non sono essi sacramenti propriamente detti (cfr.ST III, q. 66, a. 11, ad. 2). Il lettore interessato a conoscere quello che San Tommaso afferma su entrambi, può consultare l’art. 12 della questione 66 (battesimo di sangue) e l’art. 2 della q. 68 (battesimo di desiderio). 17 Cf. d’AQUINO, San Tommaso. Summa Teologica III, q. 67, a. 3. 18 Cf. Idem, q. 67, a. 3-5. 19 BESSON, Mgr. Louis François Nicolas. Les Sacrements. Paris: Reaux- Bray, 1886, pag. 116. 20 Idem, ibidem. 21 Sulla convenienza di non trascurare il Battesimo dei bambini si veda Summa Teologica, III, q. 68, a. 3 e 9. 22 Cfr. CIC §1262. Il Rev. mo Don Royo Marin, nel suo già menzionato Somos hijos de Dios, fa la relazione sistematica degli effetti del Battesimo che abbiamo riprodotto nel box allegato. 23 CIC §1263. 24 CIC §1265. 25 d’AQUINO, San Tommaso. Summa Teologica, III, q. 69, a. 4. San Tommaso afferma anche: “Con il Battesimo rinasciamo alla vita spirituale, propria di coloro che credono in Cristo. […] Ora, la vita è l’unione delle membra col capo dal quale ricevono il senso e il movimento” (Summa Teologica, III, q. 69, a. 5). 26 Cfr. Idem: “Si deve dire che capo e membri sono come un’unica persona mistica. Pertanto, la soddisfazione di Cristo appartiene a tutti i fedeli come membri Suoi” (ST III, q. 48, a.2 ad 1).”Tutta la Chiesa, che è il Corpo Mistico di Cristo, è considerata come una sola persona col suo capo, che è Cristo” (ST III, q. 49, a. 1 Risp). 27 Cf. CIC §1227. 28 d’AQUINO, San Tommaso. Summa Teologica, III, q. 69, a.4 Risp. 29 ROYO MARÍN, OP, Op. cit., pagg. 20-21. 30 Idem, pag. 21. Rivista Araldi del Vangelo, Luglio/2009, n. 75, p. 22 – 27
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