Mons. Angelo di Pasquale fa la consegna nella Chiesa di San Benedetto in Piscinula, a Roma, delle prime tre icone che sono circolano in Polonia

Mons. Angelo di Pasquale fa la consegna nella Chiesa di San Benedetto in Piscinula, a Roma, delle prime tre icone che sono circolano in Polonia

Visitando trenta case in un mese, l’Icona del Cuore Immacolato di Maria, promossa dagli Araldi del Vangelo, ha lasciato una scia di luce e benedizione in tutte le famiglie che aprono le loro porte alla Madre di Dio.

Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3, 20). Possiamo a ragione applicare queste parole dell’Apocalisse alla grazia divina, che bussa sempre alla porta della nostra anima, chiamandoci a prendere parte al banchetto soprannaturale. E chi può meglio di Colei che è la Mediatrice di tutte le grazie essere l’Anfitrione di questa festa, intercedendo, guidando e conducendo i nostri passi in questa valle di lacrime, verso la comunione eterna con Suo Figlio, in Cielo?

È quello che ha fatto con le famiglie che la ricevono nelle loro case, attraverso l’Icona del Cuore Immacolato di Maria, che va in pellegrinaggio per le case aiutando, consolando e raddrizzando la vita di coloro che aprono le loro porte al banchetto della preghiera presso la Madre di Dio, lasciandosi alle spalle una scia di luce, benedizione e pace.1 Maria Santissima, che non si lascia mai vincere in generosità, non solo ricambia l’atto di pietà e apostolato della famiglia coordinatrice con grazie insigni, premiando chi dà con generosità, ma anche beneficia tutti coloro che si pongono sotto la sua protezione materna. Questo lo si può constatare nelle seguenti testimonianze, provenienti da vari paesi, alcuni lontani come il Congo, il Canada, l’Italia o la Polonia.

Una grazia speciale ricevuta a Varsavia

Da Varsavia ci giunge il racconto di Maria Stachurska, coordinatrice dal 2009 di uno dei gruppi dell’Icona nella capitale della Polonia.

“Siamo una comunità un po’ particolare”, spiega. “Prima di tutto, perché facciamo parte di due parrocchie della diocesi, a una ventina di chilometri di distanza tra loro. Le prime quindici famiglie ricevono l’Icona nella Parrocchia di San Salvatore e le altre nella Parrocchia di San Floriano.

“Tra di noi ci sono persone di tutte le età e stati: famiglie numerose e single, giovani coppie e coppie mature, con figli e nipoti. Abbiamo anche un sacerdote che riceve la Vergine ogni 30 del mese. La varietà e la distanza fanno sì che siamo davvero come San Giuseppe a Betlemme, perché, muovendoci in pellegrinaggio tra le due parrocchie, raggiungiamo un numero sempre maggiore di fedeli e ogni volta incontriamo nuove persone che vengono ad incontrare Maria e suo Figlio”.

In un gruppo così singolare sono state ricevute grazie prodigiose, come quella narrata a seguire: “Dall’inizio dell’Apostolato dell’Icona, otto bambini sono nati nella nostra comunità e molti dei nostri anziani sono diventati nonni. Una coppia sposata, tuttavia, ha ricevuto una grazia speciale. Dopo la nascita del loro primogenito, questi giovani non potevano avere altri figli. Ricevendo l’icona nella loro casa, si sono fermamente convinti che la presenza della Madre di Dio li avrebbe aiutati. Il risultato non si è fatto aspettare. Presto la moglie aspettava il secondo figlio e pochi anni dopo sono nate due gemelle. Oggi ci sono quattro fratelli: Giovanni, Francesco, Ursula Maria ed Elena Maria”.

Miglioramento sensibile nelle relazioni interpersonali

Nella città di Pisticci, Matera, Rossella Morano ci dice che la Missione Mariana svolta dagli Araldi del Vangelo nella parrocchia di Cristo Re ha portato un nuovo slancio per la sua iniziativa evangelizzatrice: “La consegna delle Icone è stato un momento entusiasmante. Non ci saremmo mai aspettati una simile partecipazione. Quando abbiamo ricevuto il modulo per stilare l’elenco delle famiglie che avrebbero voluto partecipare, quel foglio ci sembrava molto grande e vuoto… Dopo alcuni giorni, tuttavia, il modulo era pieno e le richieste continuavano a crescere, al punto che dovevamo chiedere altre Icone della Vergine Maria.

“Il sacerdote araldo ha spiegato che l’Apostolato non è semplicemente portare in pellegrinaggio l’Icona e recitare il Rosario, ma è anche una buona occasione per incontrare il vicino, qualcosa che forse non avremmo mai pensato di fare prima, chiedergli se ha bisogno di qualcosa, pregare un po’ insieme. Per questo, ora sembra esserci un maggiore rispetto reciproco, un miglioramento sensibile nella relazione interpersonale, anche grazie all’atto materiale del passaggio dell’Icona: portarla e riceverla.

“Attualmente l’Apostolato è molto più attivo. Sono circa una ventina le Icone affidate ad altrettanti coordinatori, e ognuna di loro arriva regolarmente e puntualmente in trenta famiglie diverse. Il culto è profondamente vissuto dai fedeli del luogo e non solo, poiché si è esteso alle aree residenziali di Scalo di Pisticci e ai luoghi limitrofi come Marconia, Tinchi e Craco Peschiera, e ci sono ancora altre richieste per ricevere l’Icona. Tutto questo è sicuramente opera della Madonna, che compie le sue meraviglie servendoSi di persone meravigliose”.

Riconciliazione e ripresa dell’amicizia

Dal Portogallo, in particolare dalla città di Bragança, Don José A. Machado testimonia come l’Icona abbia rianimato l’amicizia di due famiglie che erano diventate nemiche: “Trovandomi in una parrocchia, circa sei anni fa, ho conosciuto due famiglie che ricevevano l’Icona, ma non si parlavano. Erano così nemiche che se una usciva per la strada, sbirciava fuori dalla finestra per vedere se non si sarebbe incrociata con l’altra, per non doverla salutare. La situazione raggiunse un punto tale che quando una delle famiglie andava a lasciare l’Icona nella casa dell’altra, invece di bussare alla porta e aspettare che aprissero, entrare e recitare una preghiera, come si fa di solito, lasciava l’Icona alla porta, bussava e usciva di corsa per evitare di incontrarsi.

“Tuttavia, un giorno, uno dei litiganti cominciò a riflettere e giunse alla conclusione che ciò che faceva con l’altra famiglia era assurdo, poiché se andava a consegnare un’Icona della Madonna, pregava per la pace del mondo, per la conversione dei peccatori, ecc., non era possibile vivere così in rissa con un’altra famiglia. Era una completa contraddizione consegnare l’Icona e non perdonare ‘quelli che ci offendono’… Pregò, si fece coraggio e andò alla casa vicina. Bussò alla porta e, quando l’altra aprì, che spavento prese! Questa persona, prima sua nemica, era in attesa con l’Icona in mano e disse: ‘Vicina, è tanto che non ci parliamo, che viviamo come nemici e, però, riceviamo in casa l’Icona. Ci ho pensato e mi sono reso conto di aver sbagliato, vissuto in contraddizione, perché la Madonna non vuole una cosa del genere. Volevo scusarmi e pregarla di riprendere la nostra amicizia’.

“A partire da allora hanno fatto pace e ripreso l’antica amicizia, tutto questo per intermediazione di una grande grazia che è stata resa possibile dall’Apostolato dell’Icona”.

Numerosi benefici ricevuti ad Alagoas

Tra i molti fatti di cui poteva darci testimonianza, Joelma Castro, di Maceió (Brasile), ha scelto di narrarci cosa è successo a tre famiglie, benedette dall’arrivo dell’Icona: “Le madri erano disoccupate, due da più di un anno. E tutte riuscirono a ottenere un lavoro subito dopo aver frequentato il gruppo dell’apostolato dell’Icona.

“Si è avuto anche un caso di benefici previdenziali concessi dopo un lungo periodo di attesa. E in un’altra casa un marito che se ne era andato è ritornato in famiglia, con le suppliche alla Madonna. Maria non smette di intercedere per tutti noi che accogliamo l’Icona”, afferma Joelma.

Forza per superare le difficoltà nel matrimonio

La coppia Merriline e Jean-Paul Pitchee delle Isole Maurizio riconosce che il fatto di aver pregato vicino all’Icona li ha aiutati a superare le difficoltà che affrontavano nel loro matrimonio. Racconta Merriline: “Dopo che abbiamo iniziato a ricevere l’Icona, la nostra vita matrimoniale è cambiata significativamente. Prima abbiamo vissuto momenti difficili, ma grazie ai favori della Santissima Vergine abbiamo trovato la forza, il coraggio e la perseveranza per superarli. Oggi siamo una coppia felice. Per me, personalmente, la Vergine è più che una semplice madre. Le confido i miei segreti, Lei mi guarisce dai miei mali e mi dà un amore che non avevo mai avuto prima”.

Conversione attesa da dieci anni…

Molto soddisfatta, Sophia Yang afferma di aver organizzato un gruppo dell’Apostolato dell’Icona nella parrocchia coreana di Toronto, in Canada, e la Madonna ha concesso loro molte grazie e favori. Ne riferisce uno, molto commovente, avvenuto in una delle famiglie del gruppo: “Madre e figli pregavano per la conversione del padre che, da dieci anni, era completamente lontano dai Sacramenti e dalla preghiera in famiglia. Il giorno in cui hanno ricevuto l’Icona per la prima volta, il padre l’ha presa tra le mani, ha fissato per alcuni minuti la Madonna e ha detto loro: ‘Oggi reciterò il Rosario con voi. E ogni volta che l’Icona verrà a casa nostra, farò lo stesso’. La madre e i figli hanno pianto di gioia di fronte a questo cambiamento di cuore, atteso da tanto tempo”.

La presenza di Maria ha portato calma nella nostra provincia

Pauline Nkumu conduce in processione l’Icona di cui è coordinatrice

Pauline Nkumu conduce in processione l’Icona di cui è coordinatrice

Paese con quasi il 50% della popolazione cattolica, il Congo è passato per molte vicissitudini. Quando lì si è costituito un gruppo dell’Apostolato dell’Icona, assicura Pauline Nkumu, “possiamo dire che se c’è un po’ più di calma nella nostra Provincia dell’Ecuador, rispetto alle altre province, è grazie alla presenza della Vergine Pellegrina. E voglia mo avere più Icone, per aiutarci a far conoscere il potere della nostra Santissima Vergine Maria”.

Cambiamenti nella vita di molte persone e famiglie

Per Betty Araujo de Durán, di Cuenca, in Ecuador, l’Apostolato dell’Icona è qualcosa di molto speciale, perché con la presenza di Maria ha sperimentato molta pace e quanto sia grande l’amore materno della Madre di Dio per tutti coloro che La ricevono. “Sono testimone di numerosi cambiamenti di vita in diverse persone e in molte famiglie, come il risveglio dell’amore per l’Eucaristia, per i Sacramenti e per la recita del Santo Rosario, la cui pratica è stata causa di molti benefici spirituali. Esperienze come quella di unire le famiglie o quella di vedere la guarigione spirituale dei suoi devoti sono molto frequenti”.

Dramma che si è risolto nella guarigione e conversione

L’infortunio è qualcosa che tutti vogliono sfuggire… Tuttavia, spesso la prova è la mano di Dio nella nostra vita, affinché ci rivolgiamo a Lui con fiducia. Tale è stato il caso della famiglia di Jimena Chavez Araya di San José, in Costa Rica. Lei racconta che sua figlia Valeska, a sei anni, ebbe una febbre altissima per una notte, e all’alba aveva la bocca girata verso destra, e il suo occhio sinistro non si chiudeva. Portata di corsa all’ospedale, le diagnosticarono la paralisi di Bell, che prevedeva un lungo trattamento, tra i sei mesi e i due anni, con possibili postumi.

Sua cugina era coordinatrice di un’Icona e proprio quel giorno la famiglia che lo avrebbe ricevuto ebbe un imprevisto e non sarebbe stata in casa. Allora offrì di portargliela in visita, afferma Jimena, “affinché ci unissimo in preghiera per chiedere alla Madonna di Fatima il pronto recupero di mia figlia. Durante la visita di due giorni abbiamo pregato il Santo Rosario in famiglia. Dopo quindici giorni di fisioterapia, farmaci e preghiera continua, Valeska non presentava più alcuna paralisi facciale e il medico la dimise.

“A partire da allora Valeska è una fedele seguace della Vergine di Fatima, poiché, per Sua intercessione, ha ricevuto la grande grazia della guarigione fisica e, posteriormente, anche di un processo di conversione familiare. Sono sicura che è stato un vero miracolo, perché attraverso questo dramma della malattia la Santissima Vergine Maria ci ha convertiti, come famiglia, in Suoi fedeli devoti e ora siamo cattolici praticanti”.

Ringraziare e partecipare al lavoro degli Araldi

Andrea de Sousa Morais e suo marito, Renato Azevedo Alves, coordinatori di un’Icona a Joanópolis (Brasile), dicono di avere avuto il primo contatto con gli Araldi del Vangelo quando la Madonna li ha visitati in un contesto drammatico della loro vita.

Valeska Trejos, con l’Icona che visita regolarmente la sua casa

Valeska Trejos, con l’Icona che visita regolarmente la sua casa

Avendo due figli ancora piccoli, lei era stata ricoverata in terapia intensiva all’Ospedale Nove de Julho a San Paolo, vittima della sindrome di Guillain-Barré, ed era in coma indotto. Così narra Renato: “Gli Araldi sono arrivati a visitare l’ospedale e stavano passando da un letto all’altro. Quando sono arrivati al nostro, abbiamo ricevuto l’immagine. Andrea non poteva muovere le braccia e ho messo la sua mano nei piedi della statua della Madonna di Fatima. Ho fatto una bella preghiera con gli Araldi e lei è stata benedetta dal sacerdote che li accompagnava Eravamo molto emozionati, è stato un momento che ci ha commosso molto. Siamo sempre stati una famiglia cattolica, partecipando alla vita della Chiesa, ma in quella circostanza ci siamo sentiti molto toccati dalla Madonna di Fatima. E con la grazia di Dio, attraverso la Sua intercessione, Andrea ha lasciato l’ospedale.

“Ora, quattordici anni dopo, abbiamo una nuova opportunità di incontrare gli Araldi per ringraziare e partecipare alla missione in uno dei gruppi dell’Apostolato dell’Icona della Madonna di Fatima. Gli Araldi hanno fatto un bel lavoro di Missione Mariana qui a Joanopolis, evangelizzando nei negozi, nelle case; le Messe del mattino e della sera si sono riempite, e per noi è stato di nuovo un momento di trasformazione. Ciò conferma che la nostra missione è quella di essere qui e di collaborare con il meraviglioso lavoro svolto dagli Araldi del Vangelo. Siamo molto lusingati e ci sentiamo molto grati”.

“Ringrazio il fondatore degli Araldi

Molte volte l’Icona giunge nella casa inaspettatamente, in un momento in cui la famiglia ne ha più bisogno. È quello che ci assicura Lilibeth Caruso, di Houston, Texas, Stati Uniti: “L’Icona non è solo un busto. La sua presenza si sente, la Madonna come Si umanizza. Viene a casa nostra per risolvere le nostre difficoltà quotidiane, perché lavora la nostra anima. Tuttavia, ha anche bisogno che noi L’aiutiamo ad alleviare il suo dolore per la spada che Le trafigge il Cuore, per vedere suo Figlio crocifisso per i nostri peccati. Le persone che hanno la meravigliosa opportunità di ricevere l’Icona nelle loro case sentono un cambiamento nelle loro famiglie e nelle loro vite. Ogni casa che visita è scelta da Lei con una missione che riserva nel suo Cuore.

“Ringrazio gli Araldi del Vangelo, nella persona del loro fondatore, Mons. João Scognamiglio Clá Dias, per averci permesso di partecipare a questo bellissimo Apostolato dell’Icona, per servire la nostra Madre”.

1 L’Apostolato dell’Icona promosso dagli Araldi del Vangelo è 
costituito da un gruppo di trenta famiglie, coordinato da una di 
loro, che fa circolare nelle case dei partecipanti una piccola 
cappella della Madonna per il periodo di un mese, così che dopo i 
trenta giorni ha visitato ciascuna delle famiglie del gruppo, 
ricominciando il pellegrinaggio il mese successivo.

Rivista Araldi del Vangelo – Aprile 2018