La Medaglia Miracolosa è stata coniata e si è diffusa con incredibile velocità in tutto il mondo, e dappertutto è stata strumento di misericordia, arma terribile contro il demonio, rimedio a molti mali, mezzo semplice e prodigioso di conversione e di santificazione.

 Colonne in marmo, impeccabilmente bianche, risaltano il candore dell’ambiente, illuminato dai raggi di sole che penetrano dalle ampie finestre. L’idea di una purezza immacolata, alleata ad una sensazione di densa unzione soprannaturale domina fino ad oggi la cappella della Congregazione delle Figlie della Carità (piú conosciute in Brasile come Suore Vicentine), in Rue du Bac, a Parigi, 170, dopo aver accolto la più augusta visitatrice che si possa immaginare: la propria Madre di Dio. Ed ancora adesso, regnando su questo ambiente benedetto, una bianca statua di Nostra Signora, coronata come una Regina, emana raggi dalle sue mani, sembra dire a chi la contempla: Vieni ai piedi di questo altare. Qui saranno sparse grazie su tutti coloro che le chiederanno.”

 Si trova ancora nella Cappella la sedia sulla qualle Nostra Signora si sedette , per parlare a lungo con l’umile religiosa del convento. E chi è costei? La risposta si trova sotto l’altare laterale, dove si vede una bara in vetro, dentro la quale giace una suora minuta, così serena che sembra addormentata. È Santa Caterina Labouré, che, nel 1830, ricevette dalla Santissima Vergine il messaggio sulla Medaglia Miracolosa. Fu questa umile sorella di carità lo strumento scelto da Dio per spingere in tutto il mondo la devozione a Maria, per mezzo di questa medaglia che, infatti, rende giustizia al nome di “miracolosa”.

 Mons. João Clá Dias, con il suo riconosciuto talento di narratore ed ancor di più con la sua fervorosa pietà mariale e con il desiderio di evangelizzare il maggior numero possibile di persone, ci racconta in queste pagine ciò che allora successe.

 La storia di questa santina francese e dei suoi incontri – e sono stati tanti – con Nostra Signora, narrazione di una semplicità incantevole, di un candore verginale e di un celestiale splendore, non potrà che meravigliarci e attrarci, risvegliando in noi il desiderio di una maggiore devozione a Maria, il mezzo più sicuro per arrivare a Gesù Cristo, Nostro Signore.

Santa Caterina Labouré

 Ella si chiamava Caterina, o Zoé per i più intimi. La sua gioia piú grande era portare il mangime giornaliero ai molti colombi che abitavano nella torre quadrata della colombaia di casa sua. Nel vedere la contadinella, gli uccelli le venivano incontro, avvolgendola, sommergendola, quasi come volendo trascinarla e portarla in alto. Catturata da quella palpitante nuvola, Caterina rideva, difendendosi dai più audaci, accarezzando i più docili, lasciando scivolare la sua mano sul bianco di quelle morbide piume. Durante tutta la vita, conserverà in sé la nostalgia di quei colombi della sua infanzia: “Erano quasi 800 uccelli”, usava dire, non senza una punta di timido orgoglio…

 Caterina Labouré venne al mondo nel 1806, nella provincia francese della Borgogna, sotto il cielo di Fain-les-Moutiers, dove suo padre possedeva una fattoria ed altri beni. Con nove anni perse la madre, una distinta signora appartenente alla borghesia locale, dallo spirito colto e dall’anima nobile, e con un eroismo domestico esemplare. Abbattuta dal duro colpo, in lacrime, Caterina abbraccia una statua della Vergine Santissima e esclama: “Da ora in poi, Voi sarete mia madre!”

 Nostra Signora non deluderà la bambina che si affidò a Lei con tanta devozione e fiducia. Da quel momento, la adottò come figlia diletta, ottenendole grazie abbondanti che fecero crescere la sua anima innocente e generosa. Questa incantevole guardiana di colombi, nei cui occhi limpidi e azzurri si leggevano la salute, la gioia e la vita, così come la gravità e la sensatezza originate dalle responsabilità che presto le pesarono sulle sue giovani spalle, questa piccola casalinga modello (ed ancora illetterata) ebbe i suoi orizzonti interiori aperti alla contemplazione e all’ascesi, conducenti ad un’ora di suprema magnificenza.

Con le Figlie di San Vincenzo de’ Paoli

 Una volta, Caterina rimase turbata da un sogno. Nella chiesa de Fain-les-Moutiers, lei vede un vecchio e sconosciuto sacerdote che celebra la Messa, il cui sguardo la impressiona profondamente. Finito il Santo Sacrificio, lui le fa un segno affinché Caterina gli si avvicini. Timorosa, lei si allontana, sempre affascinata da quello sguardo. Ancora in sogno, esce per visitare un povero ammalato, e incontra di nuovo lo stesso sacerdote, che questa volta le dice: “Figlia mia, tu adesso mi sfuggi…ma un giorno sarai felice di venire verso di me. Dio ha dei propositi su di te.Non ti dimenticare di ciò”. Al suo risveglio, Caterina ripassa nella sua mente quel sogno, senza capirlo…

 Qualche tempo dopo, già con 18 anni, un’immensa sorpresa”! Nell’entrare nel parlatorio di un convento a Châtillon-sur-Seine, lei si trova davanti ad un quadro in cui vi è ritratto in modo preciso quell’anziano dallo sguardo penetrante: è San Vincenzo de’ Paoli, Fondatore della congregazione delle Figlie della Carità, che così conferma e indica la vocazione religiosa di Caterina.

 In effetti, con 23 anni, vincendo ogni tentativo del padre di allontanarla dal cammino che il Signore aveva tracciato per lei, abbandona per sempre un mondo che non era alla sua altezza, ed entra come postulante in quello stesso convento di Châtillon-sur-Seine. Tre mesi dopo, il 21 aprile 1830, è accettata nel noviziato delle Figlie della Carità, situato in rue du Bac*, a Parigi, dovre prenderà i voti nel gennaio seguente.

miraculous medal shrine - 140 rue du bac- Paris, France

Prima apparizione di Nostra Signora

 Fin dal suo ingresso nel convento di rue du Bac, Caterina fu favorita da numerose visioni: il Cuore di San Vincenzo, Nostro Signore nel Santissimo Sacramento, Cristo Re e la Vergine Santissima. Nonostante le altre apparizioni siano importanti, ci dobbiamo attenere a quelle della Regina Celestiale. La prima ebbe luogo nella notte tra 18 e 19 luglio 1830, data in cui le Figlie della Carità festeggiano il loro santo Fondatore. Caterina lasciò un’accurata descrizione di ciò che allora successe:

 “Madre Marta ci aveva parlato della devozione dei santi, in particolare .,.della devozione alla Vergine Santissima – il che mi fece venire il desiderio di vederLa – mi coricai con questo pensiero: che in quella stessa notte avrei visto la mia Buona Madre. Siccome ci avevano distribuito un pezzo del rocchetto di lino di San Vincenzo, ne tagliai la metà e la ingoiai, addormentandomi con il pensiero che San Vincenzo mi avrebbe fatto la grazia di contemplare la Vergine Santissima. Infine, alle undici e mezza di sera, sentì che qualcuno mi chiamava:

 – Suor Labouré! Suor Labouré!

 Svegliandomi, aprii le tende e vidi un bambino di quattro o cinque anni, vestito di bianco, che mi disse:

 – Alzatevi subito e venite alla Cappella! La Vergine Santissima vi aspetta.

 Mi venne subito in mente che le altre sorelle mi avrebbero sentita. Ma, il bambino mi disse:

 – State tranquilla, sono le undici e mezza; sono tutte profondamente addormentate. Venite, io vi aspetto.

– Mi vestii in fretta e mi misi accanto al bambino, che era rimasto in piedi senza allontanarsi dal capezzale del mio letto. Lo seguii. Sempra alla mia sinistra, lui lanciava raggi di luce per tutti i luoghi dove passavamo, in cui i lumi erano accesi, il che mi spaventava. Però, rimasi molto più sorpresa quando entrai nella cappella: appena il bambino ebbe toccato la porta con la punta del dito, essa si aprì. E il mio stupore fu ancora più grande quando vidi tutte le candele e i candelieri accesi che mi ricordavano la messa di mezzanotte. Tuttavia, io non vedevo la Vergine Santissima.

 Il bambino mi condusse dentro al santuario, fino al lato della sedia del direttore spirituale*. Lì mi inginocchiai, mentre il bambino rimase in piedi. Siccome il tempo di attesa mi sembrava lungo, guardai la galleria per vedere se le sorelle incaricate della vigilia notturna non stessero passando di lì.

 Infine, arrivò il momento. Il bambino mi avvertì, dicendo:

 – Ecco la Vergine Santissima! EccoLa!

 In quell’istante, Caterina sente un rumore, come il fruscio di un vestito di seta, proveniente dall’alto della galleria. Alza lo sguardo e vede una signora con un abito colore avorio, che si prostra davanti all’altare e viene a sedersi sulla sedia del Padre Direttore.

 La veggente era in dubbio se Ella fosse Nostra Signora. Il bambino, allora, non più con un timbro infantile, ma con voce da uomo e con un tono autoritario, disse:

 – Ecco la Vergine Santissima!

 Suor Caterina ricorderà in seguito:

 Le saltai accanto, inginocchiandomi ai piedi dell’altare, con le mani appoggiate sulle ginocchie di Nostra Signora… Lì passai il momento più dolce della mia vita. Mi sarebbe impossibile esprimere tutto quanto sentii.

 Ella mi disse come mi dovevo condurre di fronte al mio direttore spirituale, come comportarmi nelle mie sofferenze future, mostrandomi con la mano sinistra il piede dell’altare, dove dovevo gettarmi ed espandere il mio cuore. Là riceverò tutte le consolazioni di cui ho bisogno. Io Le chiesi cosa significassero tutte le cose che avevo visto ed Ella mi spiegò tutto:

 -Figlia mia, Dio ti vuole incaricare di una missione. Dovrai soffrire molto, però lo sopporterai, pensando che lo farai per la gloria di Dio. Saprai (discernere) ciò che è di Dio. Sarai tormentata, persino per ciò che dirai a chi è incaricato di guidarti. Sarai contraddetta, ma avrai la grazia. Non temere. Dì tutto con fiducia e semplicità. Sarai inspirata nelle tue preghiere. Il tempo attuale è molto cattivo. Calamità si abbatteranno sulla Francia. Il trono sará rovesciato. Tutto il mondo si vedrà cambiato da mali di tutti i tipi (la Vergine Santissima aveva un aria piuttosto triste nel dire questo). Ma venite ai piedi di questo altare: lì le grazie saranno versate su tutte le persone, grandi e piccole, particolarmente su quelle che le chiederanno con fiducia e fervore. Il pericolo sarà grande, ma non devi temere: Dio e San Vincenzo proteggeranno questa Comunità.

 I fatti confermano l’apparizione

 Una settimanana dopo questa notte benedetta, esplodeva per le strade di Parigi la rivoluzione del 1830, confermando la profezia contenuta nella visione di Santa Caterina. Disordini sociali e politici rovesciarono il re Carlo X, e dappertutto si verificarono manifestazioni di un anticlericalismo violento e incontrollabile: chiese profanate, croci gettate per terra, comunità religiose invase, devastate e distrutte, sacerdoti perseguitati e maltrattati. Tuttavia, si compì fedelmente la promessa di Nostra Signora: i preti Lazzaristi e le Figlie della Carità, congregazioni fondate da San Vincenzo de’ Paoli, attraversarono incolumi questo turbolento periodo.

Grazie abbondanti e nuove provazioni

 Ritorniamo a quei meravigliosi momenti nella cappella di rue du Bac, nella notte tra il 18 e il 19 luglio, quando Santa Caterina, con le mani appoggiate sulle ginocchia di Nostra Signora, ascoltava il messaggio che Ella le portava dal Cielo. Proseguendo nei suoi racconti, la veggente ricorda queste parole della Madre di Dio:

 – Figlia mia, mi piace versare le mie grazie su questa Comunità in particolare. Io la amo molto. Soffro, perché vi sono grandi abusi e negligenza nella fedeltà alla Regola, le cui disposizioni non sono osservate. Dillo al tuo incaricato. Lui deve fare tutto il possibile per riportare la Regola in vigore. Comunicagli, da parte mia, che vegli sulle cattive letture, sulle perdite di tempo e sulle visite.

 Riprendendo un aria triste, Nostra Signora aggiunse:

 – Grandi Calamità verranno. Il pericolo sarà immenso. Non temere, Dio e San Vincenzo proteggeranno la comunità. Io stessa sarò con voi. Ho sempre vegliato su di voi e vi concederò molte grazie. Vi sarà un momento in cui penserete che tutto è perduto. Abbiate fiducia, Io non vi abbandonerò. Avvertirete la mia visita e la protezione di Dio e di San Vincenzo sulle due comunità. Non succederà lo stesso, però, ad altre Congregazioni. Vi saranno delle vittime (nel dire questo, la Vergine Santissima aveva le lacrime agli occhi). Vi saranno molte vittime nel clero di Parigi… L’Arcivescovo morirà. Figlia mia, la Croce sarà disprezzata e gettata per terra. Il sangue scorrerà. Si aprirà di nuovo il fianco di Nostro Signore. Le strade saranno piene di sangue. L’Arcivescovo sarà spogliato dalle sue vesti (qui la Vergine Santissima non era più in grado di parlare, la sofferenza era stampata sul suo viso). Figlia mia, il mondo sarà immerso nella tristezza.

 Sentendo queste parole, pensai a quando tutto ciò sarebbe successo. E compresi molto bene: quarant’anni.

 Nuova conferma: la “Comune di Parigi”

 Di fatto, quattro decenni dopo, alla fine del 1870, la Francia e la Germania si affrontarono in un sanguinoso conflitto, in cui la superiorità di armamenti e di disciplina militare diedero alle forze tedesche una fulminante vittoria sulle poco esercitate truppe francesi. In seguito alla sconfitta, nuove convulsioni politico-sociali scoppiarono a Parigi, perpetrate da un movimento conosciuto con il nome “Comune”. Tali disordini diedero luogo ad altre violente persecuzioni religiose.

 In accordo con quanto Nostra Signora aveva predetto, l’Arcivescovo di Parigi Monsignor Darboy fu fucilato in carcere . Poco dopo, i ribelli assassinarono venti domenicani e altri ostaggi, chierici e soldati. Tuttavia, i Lazzaristi e le Figlie della Carità ancora una volta attraversarono incolumi questo periodo di terrore, esattamente come la Vergine Santissima aveva promesso a Santa Caterina: “Figlia mia, avvertirete la mia visita e la protezione di Dio e di San Vincenzo sulle due comunità. Non succederà lo stesso, però, ad altre Congregazioni”.

 Mentre le altre sorelle erano prese dal terrore in mezzo agli insulti, ingiurie e persecuzioni dagli anarchici del Comune, Santa Caterina era l’unica a non aver paura; “Aspettate” – diceva – “la Vergine veglierà su di noi…Non ci accadrà nessun male! E persino quando i provocatori dei disordini invasero il convento delle Figlie della Carità e le cacciarono da lì, la santa veggente, oltre ad assicurare la Superiora che la propria Vergine Santissima avrebbe custodito la casa lasciandola intatta, previde che tutte loro vi sarebbero ritornate in un mese, per celebrare la festa della Sovranità di Maria. Prima di andare via, Santa Caterina prese la corona dalla statua in giardino e le disse: “Io torneró per incoronarvi il 31 maggio”.

 Queste ed altre rivelazioni riguardanti la Rivoluzione della Comune si avverarono puntualmente, così come furono annunciate, quarant’anni prima da Nostra Signora.

 Ma, torniamo indietro a quella benedetta notte di luglio del 1830, nella cappella di rue du Bac. Dopo l’incontro con la Madre di Dio, Santa Caterina esultava di gioia per la tanta consolazione e allegria. Ella avrebbe ricordado più tardi:

 Non so quanto tempo vi rimasi. Tutto quello che so è che, quando Nostra Signora partì, ebbi l’impressione che qualcosa si spegneva, e percepii soltanto una specie di ombra che si dirigeva verso la galleria, facendo lo stesso percorso da cui era arrivata. Mi alzai dai gradini dell’altare e vidi il bambino nel luogo dove era rimasto.

 – Ella partì.

 Riprendemmo la stessa strada, di nuovo illuminata, il bambino tenendosi sempre alla mia sinistra. Credo fosse il mio Angelo Custode, che si era reso visibile per farmi contemplare la Vergine Santissima, rispondendo alle insistenti suppliche che gli avevo fatto in questo senso. Egli vestiva di bianco e portava con sé una luce miracolosa, ossia, egli risplendeva di luce. La sua età si aggirava intorno ai quattro o cinque anni.

 Tornando al mio letto (erano le due di notte, perché sentii suonare l’ora), non riuscii più a prendere sonno…

Seconda apparizione: la Medaglia Miracolosa

 Trascorsero quattro mesi da quella prodigiosa notte in cui Santa Caterina ebbe contemplato per la prima volta la Vergine Santissima. Nell’anima innocente della religiosa cresceva la nostalgia da quell’incontro benedetto e il desiderio intenso che le fosse concesso di nuovo l’augusto favore di rivedere la Madre di Dio. E fu assecondata.

 Era il 27 novembre 1830, sabato. Alle cinque e mezza del pomeriggio, le Figlie della Carità erano riunite nella loro cappella di rue du Bac per l’abituale periodo di meditazione. Regnava un silenzio perfetto tra le file delle suore e delle novizie. Come le altre, Caterina era in un profondo raccoglimento. Improvvisamente…

 Mi sembrò di sentire, dalla galleria, un rumore simile ad un fruscio di un vestito di seta. Avendo guardato da quella parte, vidi la Vergine Santissima all’altezza del quadro di San Giuseppe. Di statura media, il suo viso era così bello che mi sarebbe impossibile raccontare la sua bellezza.

 La Vergine Santissima era in piedi, vestiva un abito in seta bianco-aurora, fatto secondo il modello che si chiama ‘a la Vierge’, maniche liscie, con un velo bianco che Le copriva la testa e scendeva ai lati fino in basso. Sotto il velo, vidi i capelli divisi a metà, e sopra di essi un pizzo circa tre centimetri di altezza, senza arricciature, ossia, posato leggermente sui capelli. Il viso abbastanza scoperto, i piedi posati su una mezza sfera. Nelle mani, poggiate all’altezza dello stomaco in un modo molto naturale, Ella portava una sfera in oro che rappresentava il globo terrestre. I suoi occhi erano rivolti verso il Cielo… Il suo viso era di un incomparabile bellezza. Io non saprei descriverlo…

 Improvvisamente, vidi nelle sue dita anelli coperti di bellissime pietre preziose, ciascuna piú bella dell’altra, alcune maggiori, altre minori, che lanciavano raggi da tutti i lati, uno più stupendo dall’altro. Dalle pietre maggiori partivano i più magnifici fulgori, allargandosi nella misura in cui scendevano, il che riempiva tutta la parte inferiore del luogo. Io non vedevo i piedi di Nostra Signora.

 In questo momento, mentre contemplavo la Vergine Santissima, Ella abbassò gli occhi, guardandomi. E una voce si fece sentire nel fondo del mio cuore, dicendo queste parole:

 – La sfera che vedi rappresenta il mondo intero, specialmente la Francia… e ogni persona in particolare….

 Non so esprimere ciò che sentii e ciò che vidi in quell’instante: lo splendore e lo scintillio di raggi così meravigliosi…

 – Questi (raggi) sono il simbolo delle grazie che Io verso sulle persone che più le chiedono – aggiunse Nostra Signora, facendomi capire quanto gradevole sia pregare a Lei, quanto Ella sia generosa verso i Suoi devoti, quante grazie concede alle persone che Gliele chiedono, e quale allegria provi nel porterle concedere.

 – Gli anelli dai quali non partono raggi (avrebbe detto dopo la Vergine Santissima), simboleggiano le grazie che si dimenticano di chiedermi.

In quel momento si formò un quadro intorno a Nostra Signora, un poco ovale, in cima al quale vi erano le seguenti parole: “O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi”scritte in lettere d’oro. Una voce si fece sentire allora, dicendomi:

– Fate coniare una medaglia secondo questo modello. Tutti coloro che la porteranno, portandola al cuore, riceveranno grandi grazie. Queste saranno abbondanti per coloro che la porteranno con fiducia…

 In quell’istante, mi sembrò che il quadro ruotasse e vidi il verso della medaglia: in centro, il monogramma della Vergine Santissima, composto dalla lettera “M” coronata da una croce, la quale aveva una barra alla sua base. Sotto erano raffigurati i Cuori di Gesù e di Maria, il primo coronato da spine, e l’altro, trafitto da una spada. Tutto sparì come qualcosa che si estingue, e rimasi piena di buoni sentimenti, di gioia e di consolazione.

 Santa Caterina avrebbe detto, più tardi, al suo Direttore Spirituale, di aver visto le figure del verso della medaglia attorniate da una ghiralanda di dodici stelle. Tempo dopo, pensando se qualcosa in piú si dovesse aggiungere loro, udì durante una meditazione una voce che diceva:

 – La M e i due cuori sono sufficienti.

 Terza apparizione di Nostra Signora

 Trascorsi alcuni giorni, nel dicembre del 1830, Nostra Signora apparve per la terza ed ultima volta a Santa Caterina. Come nella visione anteriore, Ella venne nel periodo della meditazione vespertina, facendosi precedere da quel caratteristico fruscio di vestito di seta. Da lì a poco, la veggente contemplava la Regina dell’Universo, nel suo abito color aurora, rivestita dal velo bianco, tenendo nuovamente un globo di oro coronato da una piccola croce. Dagli anelli ornati da pietre preziose sgorgava, con intensità diverse, la stessa luce, radiosa come quella del sole. Raccontò più tardi Santa Caterina:

 È impossibile esprimere ciò che sentii e capii, nel momento in cui la Vergine Santissima offiriva il Globo a Nostro Signore. Siccome la mia attenzione era rivolta a contemplare la Vergine Santissima, una voce si fece sentire nel fondo del mio cuore: Questi raggi sono simbolo delle grazie che la Vergine Santissima ottiene per le persone che Gliele chiedono. Ero piena di buoni sentimenti quando tutto sparì come qualcosa che si spegne. E rimasi piena di gioia e consolazione..

 La coniazione delle prime medaglie

 Finiva così il ciclo delle apparizioni della Vergine Santissima a Santa Caterina. Costei, tuttavia, ricevette un messaggio consolatore: “Figlia mia, da ora in poi non mi vedrai più, però ascolterai la mia voce durante le tue preghiere”. Tutto ciò che aveva visto e che le era stato trasmesso, Santa Caterina raccontò al suo direttore spirituale, Padre Aladel, che esitò nel crederle. Egli considerava una sognatrice, una visionaria e un’allucinata questa novizia che tutto gli confidava e insistentemente implorava:

 – Nostra Signora vuole questo… Nostra Signora è scontenta… è necessario coniare la medaglia!

 Due anni di tormento passarono. Infine, Padre Aladel decide di consultare l’Arcivescovo di Parigi, D. Quelen,che lo incoraggia a portare avanti questa santa impresa. Soltanto allora commissiona alla Casa Vachette le prime ventimila medaglie. La coniazione stava per iniziare, quando un’epidemia di colera, proveniente dalla Russia attraverso la Polonia, irruppe su Parigi il 26 marzo 1832, spargendo morte e calamità. La devastazione fu tale che, in unico giorno, si registrarono 861 vittime fatali, e il totale delle morti arrivò a più di ventimila.

 Le descrizioni dell’epoca sono spaventose: il corpo di un uomo in perfette condizioni di salute si riduceva allo stato di uno scheletro in solo quattro o cinque ore. Quasi in un batter d’occhio, giovani pieni di vita prendevano l’aspetto di vecchi emaciati, e subito dopo non erano che orripilanti cadaveri.

 Negli ultimi giorni di maggio, quando l’epidemia sembrava ritirarsi, si iniziò di fatto la coniazione delle medaglie. Tuttavia, nella seconda metà di giugno, una nuova irruzione della tremenda infermità lanciava ancora una volta il panico tra il popolo. Finalmente, la Casa Vachette consegnò nel giorno 30 di questo mese le prime 1500 medaglie, che furono subito distribuite dalle Figlie della Carità e che aprirono un interminabile corteo di grazie e di miracoli.

 La conversione del giovane Ratisbonne

Alfonso Ratisbonne - Madonna del Mirácolo, Roma I prodigi della misericordia divina, operati attraverso la Medaglia, corsero di bocca in bocca per tutta la Francia. In pochi anni, si diffondeva già per il mondo intero la notizia che Nostra Signora aveva indicato personalmente ad una suora, Figlia della Carità, il modello di una medaglia che meritò immediatamente il nome di “Miracolosa”, poiché immensi e copiosi erano i favori celestiali raggiunti da coloro che la usavano con fiducia, secondo la promessa della Vergine Santissima.

Nel 1839, più di dieci milionidi medaglie circolavano già per i cinque continenti, ed i registri di miracoli arrivavano da tutte le parti: Stati Uniti, Polonia, Cina, Etiopia…

 Nessuno, però, causò tanto stupore e ammirazione come quello segnalato dalla stampa nel 1842: un giovane banchiere, imparentato con la ricchissima famiglia Rotschild, ebreo di razza e di religione, andando a Roma con sguardo critico riguardo la Fede Cattolica, si convertì subitamente nella Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte. La Vergine Santissima, era apparsa con le stesse sembianze di quelle riportate sulla Medaglia Miracolosa. “Ella non mi disse niente, ma io capii tutto”, dichiarò Alfonso Tobia Ratisbonne, che subito ruppe un promettente fidanzamento e diventò, nello stesso anno, novizio gesuita. Più tardi fu ordinato sacerdote e prestò rilevanti servizi alla Santa Chiesa, sotto il nome di Padre Alfonso Maria Ratisbonne.

 Quattro giorni prima della sua felice conversione, il giovane israelita aveva accettato, per bravata, l’imposizione del suo amico, il Barone di Bussière: gli aveva promesso di pregare tutto il giorno una “Ricordati piissima Vergine” (conosciuta preghiera composta da San Bernardo) e portare al collo una Medaglia Miracolosa. Ed egli la portava con sé quando Nostra Signora gli apparve…

 Questa spettacolare conversione commosse tutta l’aristocrazia europea ed ebbe ripercussione mondiale, rendendo ancora più conosciuta, ricercata e venerata la Medaglia Miracolosa. Tuttavia, nessuno, né la Superiora di rue du Bac e nemmeno il Papa, sapevano chi era la religiosa scelta da Nostra Signora come canale di tante grazie. Nessuno… tranne Padre Aladel, che lasciava tutto nell’anonimato. Per umiltà, Santa Caterina Labouré mantenne durante tutta la sua vita un’assoluta discrezione, senza mai lasciar trapelare il celeste privilegio con cui fu contemplata.

 Per Lei importava soltanto la diffusione della medaglia: era la sua missione… ed era compiuta.

 La figura di Nostra Signora sulla Medaglia.

 Riguardo la figura di Nostra Signora, con le mani e le braccia estese, come appare sulla Medaglia Miracolosa, si solleva una controversa e delicata questione.

 Dai manoscritti di Santa Caterina si può dedurre che Nostra Signora le apparve tre volte, due delle quali offrendo il globo a Nostro Signore. In nessuno di questi numerosi autografi vi è una qualsiasi menzione al momento in cui la Madre di Dio avrebbe esteso le sue braccia e le sue verginalissime mani, come si vede sulla Medaglia Miracolosa e sui primi quadri rappresentativi delle apparizioni.

 Questa divergenza tra le descrizioni di Santa Caterina e la rappresentazione della Medaglia Miracolosa fu subito notata dal biografo della veggente, Mons. Chevalier, dichiarando nel 1896, nel processo di beatificazione: “Non arrivo a comprendere perché Padre Aladel abbia soppresso il globo che la Serva di Dio mi ha sempre affermato di aver visto nelle mani della Vergine Santissima. Sono portato a credere che lui abbia agito in questo modo per semplificare la medaglia”.

 Tuttavia, malgrado questa “semplificazione” fatta da Padre Aladel sia lamentevole, essa non deve causare nessuna preoccupazione. Sulla Medaglia Miracolosa, tale quale è conosciuta e venerata oggi nel mondo intero, furono posate le benedizioni della Vergine Santissima. È ciò che, indubbiamente, si deduce dalle innumerevoli e insigni grazie, dai folgoranti e innumerevoli miracoli che ha provocato, così come dalla reazione di Santa Caterina quando ricevette le prime medaglie coniate dalla Casa Vachette, due anni dopo le apparizioni: “Adesso bisogna propagarla”! esclamò lei.

 Ancora riguardo il globo che non è raffigurato sulla Medaglia, una confidenza decisiva allontana qualsiasi dubbio. Nel 1876, poco prima di morire, quando interrogata sull’argomento dalla sua Superiora, Madre Joana Dufès, Santa Caterina rispose categoricamente:
– O! Non si deve toccare la Medaglia Miracolosa!

 La glorificazione di Caterina

 Durante 46 anni di una vita tutta interiore e di scrupoloso raccoglimento, Santa Caterina rimase fedele al suo anonimato. Miracoloso silenzio! Sei mesi prima della sua fine, impossibilitata di vedere il suo confessore, ricevette dal Cielo l’autorizzazione – forse l’esigenza – di rivelare alla sua Superiora chi era la suora onorata dalla Vergine Santissima da un così importante atto di fiducia.

 Davanti all’anziana e già zoppicante sorella, verso la quale era stata diverse volte severa, la Superiora si inginocchiò e si umiliò. Tanta semplicità nella grandezza confondeva la sua superbia.

 Santa Caterina morì dolcemente il 31 dicembre del 1876, fu seppellita tre giorni dopo in una tomba scavata nella cappella di rue du Bac. Passati quasi sei decenni, il 21 marzo 1933, il suo corpo esumato apparve incorrotto alla visione degli assistenti. Un medico sollevò le palpebre della santa e retrocedette, reprimendo a fatica un grido di spavento: i magnifici occhi azzuri che avevano contemplato la Vergine Santissima, sembravano ancora, dopo 56 anni dalla sua morte, palpitanti di vita.

 La Chiesa elevò Santa Caterina Labouré agli onori degli altari il 27 luglio 1947. Ai tesori di grazie e misericordie sparse dalla Medaglia Miracolosa in tutto il mondo, si sarebbero aggiunti d’ora in poi le benevolenze e i favori ottenuti dall’intercessione di colei che era vissuta nell’ombra, nascosta con Gesù e Maria.

 Oggi, qualsiasi fedele può venerare il corpo incorrotto della santa, esposto nella Casa delle Figlie di Carità, a Parigi. In quel luogo, anticamente, nelle ore di preghiera e raccoglimento, il dondolare delle bianche cuffie delle religiose inginocchiate nelle file davanti all’altare, ricordava un disciplinato volo di colombi bianchi….

OPERE CONSULTATE:
Mémorial des Apparitions de la Vierge dans l’Église, Fr. H. Maréchal, O. P., Éditions du Cerf, Parigi, 1957.
L’itinéraire de la Vierge Marie, Pierre Molaine, Éditions Corrêa, Parigi, 1953.
Vie authentique de Catherine Labouré, René Laurentin, Desclée De Brouwer, Parigi, 1980.
Catherine Labouré, sa vie, ses apparitions, son message racontée a tous, René Laurentin, Desclée De Brouwer, 1981.
(Libro: A Medalha Milagrosa – História e celestiais promessas, Mons. João Clá Dias, EP – DOM GERALDO MAJELA DE CASTRO, O. PRAEM.; BISPO DIOCESANO DE MONTES CLAROS – MG)