Ecco una delle meraviglie da ammirare ad Assisi: estremi opposti che non entrano in conflitto, ma si equilibrano in forma prodigiosa.

  Percorrendo il Vecchio Continente, non raramente incontriamo luoghi intensamente marcati dalle virtù delle persone che lì sono vissute. C’è in essi un profumo imponderabile di santità che conferisce all’ambiente una certa unzione, un’aria di soprannaturale che si irradia persino dalla natura. Paradigma di questo è Assisi, legata in modo indelebile al suo figlio più illustre: San Francesco.

   Ancor oggi il luogo invita a immaginare il Poverello che passeggia per gli ameni campi dei dintorni, che s’incanta per le bellezze naturali e, a partire da esse, compone il suo Cantico delle Creature, nel totale distacco dai beni di questo mondo: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli!” (Mt 5, 3).

  Come punto auge di questa cittàreliquario, in cima alla Collis Paradisi, la Collina del Paradiso, si eleva l’imponente basilica che ospita la sua sepoltura e riflette lo spirito di quest’uomo di aspetto sobrio, infiammato di zelo per la Sacra Eucaristia.

  Proprio come la sua anima, l’edificio è austero al suo esterno ma splendido dentro. Nell’euforia dei colori e delle luci che entrano filtrate da magnifiche vetrate, i suoi archi gotici e la sua maestà indicano verso l’alto, portando il visitatore che vi abbia la grazia di trovarcisi a un atteggiamento di estasi e adorazione verso “Colui che siede sul trono e all’Agnello”, e che deve ricevere “lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli” (Ap 5, 13).

  Le pareti del tempio, piene d’incantevoli affreschi, registrano numerosi fatti della vita di chi, nonostante non si considerasse meritevole della dignità sacerdotale, esortava all’amore e alla venerazione del Sacramento dell’Altare. Predicando la povertà per gli uomini, San Francesco desiderava per il culto ogni ricchezza e grandiosità.

  Si ha l’impressione che lo splendore del tempio risponda alle suppliche del Santo Fondatore ai suoi figli spirituali: “Supplicate i chierici affinché sopra ogni cosa onorino il Santissimo Corpo e Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo […]. I calici, i corporali, gli ornamenti dell’altare, tutto quanto appartiene al Sacrificio, li tengano come cose preziose. E se, da qualche parte, il Santissimo Corpo del Signore fosse con molta povertà abbandonato, che essi, come vuole la Chiesa, Lo collochino in un luogo prezioso”.1

  “Ecco una delle meraviglie da ammirare ad Assisi: estremi opposti che nascono dai tronchi benedetti della Chiesa, che non entrano in conflitto, ma si equilibrano in forma prodigiosa, manifestando, coi fulgori dell’anima di un Santo, alcune delle infinite perfezioni del Creatore”. 2

Ottobre 2013 · rivista Araldi del Vangelo 

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1 SAN FRANCESCO D’ASSISI. Prima Lettera ai Custodi, n.2-4. In: Escritos. Braga: Franciscana, 2001, p.100-101.
2 CORRÊA DE OLIVEIRA, Plinio. Cintilações da alma franciscana. In: Dr. Plinio. San Paolo. Anno III. N.31 (Ott., 2000); p.34.