Il Battesimo di Gesù

Vangelo

In quel tempo, 15 il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo. 16 Per questo, Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”. 21 Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì 22 e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: “Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto” (Lc 3,15-16.21-22).

Nel Battesimo, Egli ha lavato le nostre miserie

Il profondo significato del Battesimo di Nostro Signore nelle acque del fiume Giordano manifesta la meticolosità del suo amore per noi.

I – La festa della manifestazione della divinità

Nei primi tempi del Cristianesimo, fino al IV secolo, la Chiesa contemplava tre manifestazioni della divinità di Nostro Signore, unite nella Solennità dell’Epifania – oggi, il 6 gennaio: l’adorazione dei Re Magi, il Battesimo nel Giordano e la conversione dell’acqua in vino nelle Nozze di Cana, primo miracolo pubblico. Questa solennità era considerata la rivelazione di Gesù al gentilesimo, mentre il Natale era considerato come una festa più appropriata ai Giudei. Se questi ultimi aspettavano la venuta di un Messia Uomo e così Lo hanno accolto nel presepio di Betlemme, i gentili – proprio come ci mostra l’adorazione dei Magi – erano in attesa di un Dio Salvatore. Questa stessa divinità che si era rivelata ai Re dell’Oriente diventerà molto più pubblica nell’episodio del Battesimo di Cristo, sebbene si fosse già fatto conoscere prima, su richiesta della Madonna, a Cana.

La commemorazione dei tre fatti in una sola occasione era molto solenne, e anche al presente conserviamo nella Liturgia alcune vestigia di queste grandi celebrazioni. Di tale importanza è la Festa del Battesimo del Signore, che oggi la ricordiamo nel Vangelo scelto per chiudere il Tempo di Natale. Quest’avvenimento è intimamente legato alla persona del Precursore, San Giovanni Battista, per il fatto che egli era stato chiamato a preparare le anime per la venuta del Messia, il quale, ricevendo il Battesimo, iniziava la sua vita pubblica.

II – Un battesimo di penitenza

In quel tempo, 15 il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo.

San Giovanni Battista

Purtroppo, poco si conosce dell’infanzia di San Giovanni. Per questo motivo, sebbene molti autori affermino che rimase orfano quando era ancora bambino, e riferiscano della sua misteriosa partenza per il deserto (cfr. Lc 1, 80), nel quale avrebbe vissuto per una buona parte dei trent’anni della vita privata di Nostro Signore nella casa di Nazaret, di questo non esiste una conferma assoluta. Il Precursore irruppe negli avvenimenti, con sorpresa per tutti, vestito in modo differente dagli standard dell’epoca: una pelle di cammello e una cintura rustica. La sua alimentazione si riduceva a cavallette e miele selvatico, propria di un uomo dedito alla penitenza. Centinaia di anni erano trascorsi senza che fosse apparso in Israele un profeta capace di scuotere il popolo. “Mancava tra loro, infatti, il carisma profetico” – afferma San Giovanni Crisostomo –, “e questo tornava solo ora, dopo secoli. Il suo stesso modo di predicare era nuovo e sorprendente. […] Giovanni parlava solamente riguardo ai Cieli, al regno dei Cieli e ai castighi dell’inferno”.1 Con questa singolare forma di predicazione, egli scuoteva le coscienze, contrastando in forma vigorosa con il quadro di apatia e indifferenza dei giudei prima della sua comparsa e facendo cosa sgradita al Sinedrio, fautore di tale situazione.

Il popolo, impressionato dall’autorità morale di San Giovanni, subito cominciò a chiedersi se non era proprio lui il Messia, tanto sospirato dalle anime rette. La risposta negativa del Precursore, meticoloso restitutore riguardo al Signore Gesù, fu immediata. A questo proposito Sant’Agostino commenta: “Grande è questo Giovanni, immensa eccellenza, grazia insigne, vetta altissima. […] Tale era la grandezza di Giovanni che poteva farsi passare per Cristo; e così dimostra la sua umiltà dicendo che non lo era, potendo esser ritenuto tale. […] Il merito maggiore di Giovanni è […] quest’atto di umiltà”.2

Un rito legato a una missione

16 Per questo, Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”.

Volendo orientare le anime al Salvatore, Giovanni subito annunciò il vero senso del suo battesimo e il dono incomparabilmente maggiore che avrebbe portato il Sacramento quando fosse stato istituito da Gesù, qualche tempo dopo. Infatti, egli predicava un battesimo che, secondo San Tommaso, era una via di mezzo tra quello che era realizzato dai Giudei e il Battesimo sacramentale.3 Sebbene non ci fosse nella Sacra Scrittura nessun ordine esplicito riguardo al battesimo di penitenza infatti sarebbe dovuto durare per poco tempo, questo rito proveniva da Dio, che lo aveva raccomandato a Giovanni in una rivelazione privata (cfr. Gv 1, 33); tuttavia, quanto al suo effetto – la purificazione del corpo, e non dell’anima –, niente si realizzava in lui che non potesse esser operato dall’uomo, ragion per cui era denominato battesimo di Giovanni.4 Infatti, ebbe solo un ministro, il Precursore.

Per amministrarlo, aveva scelto le acque del Giordano. Innanzitutto perché, diplomaticamente parlando, era il luogo ideale. La regione della Perea apparteneva alla circoscrizione di Erode Antipa e, sebbene il Sinedrio avesse l’obbligo di occuparsi della religione nel paese intero, la distanza da Gerusalemme rendeva difficile che i capi dei giudei facessero qualcosa di concreto contro di lui. Tuttavia, come vedremo più avanti, la scelta del luogo aveva una ragione molto più profonda, connessa con il Battesimo del Signore Gesù.

Battesimo soprannaturale con effetto psicologico

Giovanni predicava la penitenza al pari del suo battesimo, al fine di incitare gli uomini alla virtù, ma questo battesimo, in sé, non possedeva la capacità di purificare, presente nel Sacramento del Battesimo;5 non imprimeva carattere, non perdonava i peccati né conferiva la grazia, poiché, sebbene ispirato da Dio, era simbolico e il suo effetto proveniva dall’uomo. Per questo, tutti quelli che furono battezzati da San Giovanni dovettero esser battezzati di nuovo dagli Apostoli (cfr. At 19, 3-6).

Senza dubbio, può sorgere una domanda: qual era, allora, la necessità dell’istituzione di questo battesimo? San Tommaso, facendo brillare la sua innocenza magnifica e piena di saggezza, risponde dando quattro ragioni. Nella prima, spiega la necessità che Gesù fosse battezzato da Giovanni per consacrare il Battesimo; in secondo luogo, affinché Egli Si facesse conoscere in occasione del suo Battesimo; come terza ragione, dice che il battesimo di penitenza preparava gli uomini a ricevere, più avanti, il Battesimo sacramentale. Infine, incoraggiando il popolo alla penitenza, San Giovanni creava la giusta disposizione affinché venisse ricevuto con il dovuto rispetto il Battesimo da Nostro Signore.6 Era un battesimo che agiva alla maniera dei sacramentali,7 poiché chi entrava nel fiume e vi si immergeva sentiva misticamente dentro di sé un duplice effetto: un’azione soprannaturale che lo incoraggiava al pentimento dei peccati, e un’altra psicologica che preparava in lui la disposizione adatta alla futura accettazione del Battesimo.

Possiamo inferire con sicurezza che, sebbene alcuni farisei avessero accettato la predicazione di Giovanni (cfr. Mt 3, 7), la maggior parte di loro confidava molto nella propria giustizia, vale a dire, essi giudicandosi senza peccato, diedero poco credito alla voce del profeta, includendosi nell’elenco di coloro che non si fecero battezzare. Al contrario di questi, soldati, pubblicani e ogni sorta di peccatori credevano in San Giovanni (cfr. Mt 21, 32). Così si andavano dividendo i campi all’interno della stessa opinione pubblica giudaica, come confermarono gli avvenimenti successivi.

La conoscenza mistica di Gesù rivela la vocazione di Giovanni

È quasi unanime l’opinione dei commentatori che San Giovanni non si fosse ancora incontrato con Nostro Signore, il quale neppure aveva visto, con i suoi occhi umani, il Precursore. Quest’ultimo, secondo San Giovanni Crisostomo, prima di dirigersi al Giordano “Lo conobbe quando si trovava sul punto di battezzarLo, e questo perché lo stesso Padre lo aveva rivelato”.8 Anche senza aver contemplato il volto del Messia, Giovanni possedeva riguardo a Gesù una conoscenza mistica che gli dava la capacità, per esempio, di mantenere una discussione con i farisei sul Salvatore, annunciandoLo con innegabile autorità (cfr. Gv 1, 19-27) e rivelando la propria vocazione. Infine, l’anelato incontro tra il Messia e il suo Precursore sarebbe avvenuto nel momento in cui Gesù sarebbe stato battezzato e avrebbe iniziato la sua missione pubblica.

San Giovanni Battista mentre è interrogato dai farisei

Il Giordano, luogo più conveniente per il Battesimo di Nostro Signore

21a Quando tutto il popolo fu battezzato, anche Gesù ricevette il battesimo…

Ora, come abbiamo visto, San Giovanni aveva scelto la regione del Giordano per amministrare il suo battesimo, per una ragione di prudenza riguardo all’opposizione dei farisei verso tutto quello che potesse scuotere il solido establishment della società giudaica di allora. Soprattutto, però, ci richiama l’attenzione l’aspetto altamente simbolico del luogo. Il Giordano era il fiume che i Giudei avevano attraversato entrando nella Terra Promessa, le cui acque, aperte da Giosuè con l’Arca dell’Alleanza (cfr. Gs 3, 14-17), separavano la schiavitù egizia dalla libertà ottenuta dopo i quarant’anni di penitenza nel deserto. Anche il profeta Elia, prima di esser portato nel carro di fuoco in un luogo sconosciuto, aveva lanciato il suo mantello nelle acque del Giordano per dividerle, passando sulla riva opposta senza bagnarsi, in compagnia di Eliseo (cfr. II Re 2, 8). Al ritorno, Eliseo attraversò il fiume – Elia era già sparito, lasciandogli il suo mantello –, un’altra volta fendendo le acque col manto profetico, in nome del “Dio di Elia” (cfr. II Re 2, 13-14). In maniera analoga, secondo San Tommaso, “il Battesimo di Cristo […] ci introduce nel Regno di Dio, simbolizzato nella Terra Promessa. […] [E] alla stessa problematica appartiene la divisione delle acque del Giordano fatta da Elia, il quale veniva rapito al Cielo su un carro di fuoco […], poiché coloro che passano per le acque del Battesimo hanno aperto l’entrata nel Cielo mediante il fuoco dello Spirito Santo”.9 Questi sono i motivi simbolici che hanno fatto scegliere a Giovanni queste acque per battezzare.

Il fiume Giordano era un luogo altamente simbolico per il popolo eletto

Un sigillo per la missione di Giovanni Battista

Allo stesso tempo, Nostro Signore era battezzato con l’intenzione di approvare il battesimo di San Giovanni, confermando tutti i battesimi che erano stati realizzati da lui fino a quel momento. In questo senso il Battesimo di Gesù ha una grande importanza, poiché non si tratta di un mero atto simbolico, quanto di un atto liturgico praticato dallo stesso Cristo. Dato che la missione del Precursore consisteva nel preparare il cammino per la venuta del Messia, con l’arrivo del Salvatore l’auge del ministero del profeta era raggiunto e in breve avrebbe cominciato a diminuire affinché Cristo crescesse (cfr. Gv 3, 30). Con poesia, dice Tertulliano che “come l’aurora segna la fine della notte e l’inizio del giorno, così Giovanni Battista è la fine della notte della legge e l’aurora del giorno evangelico”.10

Perché Nostro Signore ha voluto esser battezzato?

Nonostante ciò, di fronte al fatto così grandioso del Battesimo di un Dio, si sollevano alcuni interrogativi: perché Gesù ha voluto essere battezzato da Giovanni? Doveva pentirsi di qualche peccato? Blasfemo sarebbe un pensiero del genere! Infatti, il sublime episodio del Battesimo di Cristo ha indotto San Bernardo a proclamare: “Per caso il sano ha bisogno di medicine, o di pulizia chi è già pulito? Da dove viene il peccato in Te, perché Ti sia necessario il Battesimo? Per caso da tuo Padre? Un Padre certamente Lo hai, ma è Dio, e sei uguale a Lui; Dio da Dio, luce da luce. Chi ignora che Dio non può cadere in peccato alcuno? Per caso da tua Madre? Una Madre ce l’hai, ma è vergine. Che peccato potresti portare da chi Ti ha concepito senza iniquità, dandoTi alla luce e conservando la sua integrità? Che macchia può avere l’Agnello senza macchia?”.11

Senza dubbio Gesù ha voluto riceverlo con umiltà, abbassandoSi per essere battezzato da Giovanni, il quale, di fronte a questo atteggiamento, ha proclamato: “Io ho bisogno di essere battezzato da Te e Tu vieni da me!” (Mt 3, 14). Tale affermazione ci aiuta a comprendere l’immensa grazia che ha significato per il Precursore aver battezzato Nostro Signore. E il Dottor Angelico enumera ancora varie ragioni che indicano l’alta convenienza di questo misterioso Battesimo.12

La presenza di Nostro Signore ha santificato l’universo intero

Una delle ragioni più belle è stata il desiderio del Salvatore di conferire alle acque, a contatto con la sua Carne adorabile – che è divina, sebbene umana –, la capacità di purificare, che è la virtù del Battesimo. Lasciando nelle acque del Giordano “la fragranza della sua divinità”13 il Redentore ha santificato tutte le acque dell’universo, in vista di chi più tardi avrebbe ricevuto il bagno della rigenerazione. Infatti, tutto quello che il Signore Gesù toccava, era toccato da Dio stesso.

Se entrando nel fiume Giordano Gesù ha santificato le acque dell’universo intero, possiamo affermare, non senza fondamento che, calpestando la terra con i suoi piedi sacri e bagnandola col suo Preziosissimo Sangue sul Calvario, Egli ha santificato tutta la Terra; respirando ed essendo elevato sul legno sacro, ha santificato in pari modo l’aria.14 Infine, scendendo al Purgatorio,15 ha santificato anche il fuoco. Possiamo assicurare, pertanto, che i quattro elementi riassuntivi dell’universo creato furono santificati grazie al semplice contatto con Lui. Dobbiamo, pertanto, aver sempre chiara la nozione che la presenza del vero Dio e vero Uomo, in questo mondo, ha cambiato la faccia della Terra.

Gesù ha lavato nelle acque i nostri peccati

Cristo non aveva bisogno di essere battezzato, poiché era stato Lui che, ispirando San Giovanni, aveva istituito questo rito, ma “il battesimo aveva bisogno del potere di Gesù”.16 Da tutta l’eternità il Verbo conosce alla perfezione, nella sua propria essenza divina, ognuno di noi, coi nostri peccati, miserie e insufficienze. Essendo Dio, Egli poteva pulire la Terra con un semplice atto della sua volontà; tuttavia, Egli stesso, l’Innocente, libero da ogni macchia, ha preferito assumere una carne “simile a quella del peccato” (Rm 8, 3). Ha voluto essere battezzato, allora, non “per esser purificato, ma per purificare”,17 immergendo con sé, nell’acqua battesimale, tutto il vecchio Adamo.18 Dobbiamo considerare che se esistesse un’umanità infinita, con infiniti peccati, Egli li avrebbe caricati su di Sé, lavandoli in quel momento nelle acque del Giordano.

Il divino atteggiamento del Salvatore dovrebbe ispirarci una profonda fiducia, poiché, sebbene siamo rei di colpa, “la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini” (Rm 5, 15). Infatti, essendo il Capo del Corpo Mistico, da Lui partono e sono distribuite le grazie a tutti i membri.

Infine, col suo Battesimo, ha voluto aprirci una via e stimolarci a comprendere l’importanza di questo Sacramento.19

La capitale importanza di una preghiera fatta nel Giordano

21b …stava in preghiera,…

Sant’Ambrogio battezza Sant’Agostino

In vista di tali meraviglie, possiamo senza alcun dubbio immaginare che Gesù abbia fatto una preghiera bellissima in quel momento grandioso della sua immersione nelle acque del Giordano. La conosceremo però, solo il giorno in cui entreremo nell’eternità, nella visione di Dio a tu per tu. Al momento apprezziamo soltanto gli effetti immediati che ha prodotto.

21c …il cielo si aprì…

Un’analisi superficiale di questa breve frase del Vangelo potrebbe portarci a giudicare che, nel grandioso episodio del Battesimo, il Cielo si fosse aperto perché lo Spirito Santo scendesse. Tuttavia questo non era necessario.20 In realtà, il senso più importante di queste parole si riferisce a una realtà superiore. Con la Passione di Nostro Signore sono state aperte per l’umanità le porte del Cielo, che erano rimaste chiuse dall’espulsione di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre a causa del peccato, ma siccome questo si applica a ognuno individualmente nel Battesimo sacramentale istituito da Nostro Signore, il riferimento all’apertura del Cielo era più conveniente nell’istante in cui Cristo fu immerso da San Giovanni nelle acque del Giordano.21

Si sono manifestati così, gli elementi che appartengono all’efficacia di questo Sacramento. Proprio come i Cieli si sono aperti in quel momento, sarebbe la virtù celeste, spiega San Tommaso, a santificare il Battesimo, rendendoci capaci, con la fede, di vedere le cose celesti e anche, come si è detto prima, aprendoci le porte del Cielo. Infine, perché capiamo che è possibile varcare queste soglie solo col potere e la forza della preghiera, tutto è avvenuto “mentre pregava”, come indica il versetto.22

Prima manifestazione della Santissima Trinità

22a …e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba,…

Da tutta l’eternità Dio ha concepito la colomba con lo scopo che, in un determinato momento, venisse a rappresentare la Terza Persona della Santissima Trinità. San Cipriano afferma che questo è un uccello peculiare perché è sempre sereno, non usa il becco con l’intento di ferire qualcuno ed è domestico, al punto che, quando partorisce, rimane con i suoi piccoli in famiglia e in uno stesso luogo.23 Inoltre, non è pauroso e si lascia dominare dall’uomo con mansuetudine. San Tommaso dichiara che lo Spirito Santo scelse l’aspetto di colomba per apparire dopo il Battesimo di Nostro Signore, tra l’altro, per significare che dobbiamo approssimarci al Battesimo con semplicità e senza finzione.24

La figura della colomba era conveniente, pertanto, per farci comprendere che, essendo stati battezzati e trasformati in templi dello Spirito Santo, abbiamo la necessità unica di conservare questo tempio dell’anima con la semplicità e il candore della colomba, cioè, nell’innocenza.

22b …e vi fu una voce dal cielo: “Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto”.

Scena magnifica, che rende pubblico e manifesto, per la prima volta nella Storia, il mistero della Santissima Trinità. Il Padre, facendo sentire la sua voce e lo Spirito Santo, rendendoSi visibile in forma di colomba, danno testimonianza della divinità di Cristo. Infatti, “il Padre è invisibile, ma il Figlio è ugualmente invisibile nella sua divinità, visto che ‘nessuno mai ha visto Dio’ (Gv 1, 18); poiché essendo il Figlio anche Dio, in quanto Dio non si può vedere il Figlio in Lui. Tuttavia, Egli ha voluto mostrarSi in un corpo; e siccome il Padre non ha corpo, ha voluto provare che Si trova presente nel Figlio, dicendo: ‘Tu sei mio Figlio, in te mi compiaccio’. […] Il potere di una divinità senza differenza fa sì che non esista diversità tra il Padre e il Figlio, ma indica che il Padre e il Figlio fanno parte di uno stesso potere. Crediamo nel Padre, la cui voce gli elementi hanno lasciato ascoltare; crediamo nel Padre, alla cui voce gli elementi hanno prestato il loro ministero”.25

III – Sappiamo esser grati a Dio!

La gloria dello Spirito Santo

“Il Battesimo è splendore delle anime, trasformazione di vita, […] è aiuto alla nostra fragilità. […] Il Battesimo è veicolo che conduce a Dio, peregrinazione presso Cristo, appoggio della fede, perfezione della mente, chiave del Regno dei Cieli, cambiamento di vita, distruzione della schiavitù e liberazione dalle catene”,26 insegna San Gregorio Nazianzeno. La Festa del Battesimo del Signore deve inondarci di speranza e di santa gioia, per mostrarci la forza rigeneratrice del perdono e della misericordia divina, nella quale dobbiamo confidare in ogni circostanza della nostra vita. Per quanto negativa possa diventare la nostra si tuazione, se sapremo aver fede e ci manterremo integri nel compimento dei santi Comandamenti, ci sarà sempre una soluzione per tutto, poiché “per Dio nulla è impossibile!” (Lc 1, 37). Siamo grati a Nostro Signore per tutto quanto ha realizzato per noi.

Con il Battesimo Gesù dà inizio alla sua vita pubblica, così come con questa celebrazione la Liturgia segna l’entrata nel Tempo Ordinario, che considererà tutta la missione del Divino Maestro, accompagnandoLo nelle sue predicazioni e manifestazioni durante le diverse letture liturgiche dell’anno. Avendo contemplato le meraviglie di questo passo del Vangelo, chiediamo a Nostro Signore grazie a profusione, capaci di farci varcare – alla fine della nostra peregrinazione terrena – le porte del Cielo che Egli ci ha aperto in questo giorno magnifico.

 

1) SAN GIOVANNI CRISOSTOMO. Homilía X, n.5. In: Obras. 
Homilías sobre el Evangelio de San Mateo (1-45). 2.ed. 
Madrid: BAC, 2007, v.I. p.191.

2) SANT’AGOSTINO. In Ioannis Evangelium. Tractatus II, 
n.5; Tractatus IV, n.3; n.6. In: Obras. 2.ed. 
Madrid: BAC, 1968, v. XIII, p.94; 128; 132.

3) Cfr. SAN TOMMASO D’AQUINO. Somma Teologica. 
III, q.38, a.1, ad 1.

4) Cfr. Idem, a.2.

5) Cfr. Idem, a.3.

6) Cfr. Idem, a.1.

7) Cfr. Idem, ad 1.

8) SAN GIOVANNI CRISOSTOMO. Homilía XVII, n.3. 
In: Homilías sobre el Evangelio de San Juan (1-29). 2.ed. 
Madrid: Ciudad Nueva, 1991, v.I, p.220.


9) SAN TOMMASO D’AQUINO, op. cit., q.39, a.4. 

10) TERTULLIANO. Adversus Marcionem. 
L.IV, c.33, apud BARBIER, SJ, JeanAndré (Org.). 
I Tesori di Cornelio a Lapide. 4.ed. Torino: Società 
Internazionale, 1948, v.II, p.160.


11) SAN BERNARDO. Sermones de Tiempo. En la Epifanía del Señor. 
Sermón I, n.6. In: Obras Completas. Madrid: BAC, 1953, v.I, p.314. 

12) Cfr. SAN TOMMASO D’AQUINO, op. cit., q.39, a.1. 13) 
SAN CIRILLO DI GERUSALEMME. Catechesis Mystagogica III, 
n.1: MG 33, 1087.


14) Cfr. SAN TOMMASO D’AQUINO, op. cit., q.46, a.4. 

15) Cfr. Idem, q.52, a.2. 

16) SAN GIOVANNI CRISOSTOMO. Homilía XVII, n.2. In: Homilías 
sobre el Evangelio de San Juan (1-29), op. cit., p.218.

 17) SAN TOMMASO D’AQUINO, op. cit., q.39, a.1, ad 1. 

18) Cfr. SAN GREGORIO NAZIANZENO. Homilía XXXIX, n.17. 
In: Homilías sobre la Natividad. 2.ed. 
Madrid: Ciudad Nueva, 1992,p.86.


19) Cfr. SAN TOMMASO D’AQUINO, op. cit., q.39, a.1. 

20) Cfr. Idem, a.5, ad 2.


21) Cfr. Idem, a.5. 

22) Cfr. Idem, ibidem. 

23) Cfr. SAN CIPRIANO. De la unidad de la Iglesia, n.9. 
In: Obras. Madrid: BAC, 1964, p.151. 

24) Cfr. SAN TOMMASO D’AQUINO, op. cit., q.39, a.6, ad 4.


25) SANT’AMBROGIO. Tratado sobre el Evangelio de San Lucas. 
L.II, n.94-95. In: Obras. Madrid: BAC, 1966, v.I, p.144-145. 

26) SAN GREGORIO NAZIANZENO. Homilía XL, n.3. 
In: Homilías sobre la Natividad, op. cit., p.96-97.

Estratto dalla collezione “L’inedito sui Vangeli” da Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP.