Desideriamo ai lettori, che la Madonna vi faccia crescere ogni volta di più nella Sua devozione, perché se Dio ha voluto venire al mondo attraverso di Lei, non c’è modo migliore per arrivare a Lui, che metterci nelle sue mani materne, in modo che Lei ci protegga con il suo manto celeste.

Sul Golgota, posto dove si consumò la fondazione della Santa Chiesa, il Nostro Redentore volle depositare l’Istituzione Divina sulle mani materne, prima di completare il suo olocausto sacrosanto. Questa piccola pianta immortale, che presto diventerebbe un frondoso albero, irrigato dal prezioso Sangue, era lì rappresentata dall’unico Vescovo che, in quel momento cruciale, non aveva abbandonato il Divin Maestro: San Giovanni. I cattolici di tutti i tempi, da più di 2000 anni, fanno eco con gaudio alle parole pronunciate da Gesù sospeso dalla Croce, con le quali anche noi siamo stati affidati alle cure della Beata Vergine Maria: “Donna, ecco tuo figlio!”, “E da quel momento, il discepolo la prese in casa sua”, (Gv 19, 27). Sì, la Madre del Capo, che è Cristo, dovrebbe essere anche madre del suo Corpo Mistico, che è la Chiesa. [1]

La Vergine Maria nei Vangeli

Nei brani del Vangelo in cui la Beata Vergine apparve, illustra l’immensa predilezione e ricchezza di privilegi con i quali Dio ha voluto favorirla. Solo l’ “Ave piena di grazia” (Lc 1, 28), pronunciata dall’angelo, indica l’oceano dell’amore divino di cui era piena la Madonna. Tuttavia, questi stessi episodi sono anche come le punte di un velo che discretamente si alzano e lasciano intravedere il tesoro della misericordia che in Maria, Gesù riservava per darlo a conoscere all’umanità nel corso dei secoli.

Nei Vangeli, si segnalano, in primo luogo, le misteriose vicende della Nascita e dell’infanzia di Nostro Signore Gesù Cristo:

• L’unione di Maria con San Giuseppe (Mt 1: 18-25) •L’Annunciazione e l’Incarnazione (Lc 1, 26-38) •La visita a Santa Elisabetta (Lc 1, 39-56) • La nascita divina (Luca 2: 1-20) • La circoncisione di Gesù (Mt 2, 22-23; Lc 2, 21-40) •L’Adorazione dei Re Magi (Matteo 2, 1-12); •La fuga e il ritorno in Egitto (Mt 2, 13-15 19-23.); • La perdita e l’incontro nel tempio (Lc 2, 41-52).

  Dopo il Battesimo del Signore, la Vergine Maria riappare nei Vangeli, mostrando per la prima volta la sua “onnipotenza supplice”, alle nozze di Cana. Lei intercedé presso Suo Figlio in modo che rimediasse la mancanza di vino attraverso l’operazione di un miracolo inaugurale della sua vita pubblica (Gv 2, 1-11).

La Madonna viene nuovamente menzionata dagli Evangelisti nel racconto della Passione del Signore, sulla Croce (Gv 19, 25).

E grazie a Luca, sappiamo anche che Lei accompagnò gli Apostoli nel Cenacolo, dopo l’Ascensione di suo Figlio (cfr At 1, 14), per invocare con loro la venuta del Divin Spirito Santo.

Co-redentrice e Mediatrice – Tutti questi episodi delle Sacre Scritture sono contrassegnate da un denominatore comune: in essi si vede la vocazione incomparabile della Beata Vergine. Lei ha generato e “preparato una Vittima per la salvezza degli uomini; la sua missione era anche quella di custodire e nutrire questa vittima, e presentarla al momento opportuno per il sacrificio”. [2] Lei ha “partecipato in tal modo al dolore di suo Figlio, che se fosse possibile, preferirebbe infinitamente assumere su di sé tutti i tormenti che Lui pativa”. [3]

Così, questo profondo rapporto tra la maternità ed il sacrificio ha fatto che la Madonna si associasse intimamente alle grazie della Redenzione. [4] “Sacrificò il suo Figlio, in modo che si può affermante con certezza che: Lei ha redento il genere umano con Cristo. E per questo motivo, ogni genere di grazie che riceviamo dal tesoro della redenzione è ministrato attraverso le mani della stessa Vergine Dolorosa”. [5] Perciò la Madonna è chiamata, giustamente, Co-redentrice del genere umano e Mediatrice o “Dispensatrice universale di tutte le grazie concesse o che saranno concesse agli uomini, fino alla fine dei tempi”. [6]

Il dogmi mariani – In tutta la Storia del Cristianesimo, l’emergere delle eresie e di altri fattori, portarono la Chiesa a proclamare solennemente i dogmi, cioè le principali verità della fede rivelate da Dio, trasmesse a noi dalla Sacra Scrittura o dalla Sacra Tradizione, in cui i cattolici devono credere fermamente, al fine di salvaguardare in modo pieno il dono divino della Rivelazione. I dogmi che si riferiscono direttamente alla Madonna sono:

1 – Divina Maternità – Professa che la Beata Vergine è veramente la Madre di Dio, secondo l’umanità, cioè, che ha fornito a suo Figlio Gesù una natura umana somigliante alla Sua [7]. Questo dogma è stato solennemente proclamato nel Pontificato di Clementino I (422-432), durante il Concilio di Efeso (431): “Se qualcuno non confessa che l’Emmanuele è Dio nel senso vero della parola, e che perciò la Santa Vergine è Madre di Dio (perché lo generò secondo il Verbo di Dio fatto carne), sia anatema” [8]. La Maternità Divina è il più alto dono ricevuto da Maria e, grazie a Lui, Lei è stata onorata con tutti gli altri privilegi.

2 – La Verginità Perpetua – Si professa che la Madonna è rimasta vergine prima, durante e dopo la Nascita di Gesù. Questa verità è presente in tutte le prime formulazioni della Fede della Chiesa (le prime credenze). [9] San Leone Magno (440-461) definì che l’Unigenito di Dio “è stato, infatti, concepito dallo Spirito Santo all’interno della Vergine Madre, che l’ha dato alla luce, rimanendo intatta la sua verginità, così come con verginità intatta lo concepì”. [10] Il Concilio Lateranense (649), convocato da Martino I, dichiarò anatema chi non confessasse il dogma. [11]

3 – Immacolata Concezione – Professa che Maria è stata completamente libera dal peccato originale, fin dal primo istante della sua esistenza nel grembo materno. È stato solennemente proclamato dal Beato Pio IX l’8 dicembre 1854, con la bolla Ineffabilis Dio: “Dichiariamo, proclamiamo e definiamo: la dottrina che sostiene che la Beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia di Dio onnipotente, in vista dei meriti di Gesù Cristo, Salvatore del genere umano, è stata preservata immune da ogni macchia del peccato originale; questa dottrina è stata rivelata da Dio e perciò deve essere creduta fermamente e costantemente da tutti i fedeli”.[12]

4 – L’Assunzione – Professa che la Santa Madre di Dio, da singolare privilegio, ascese corpo e anima in Cielo, dopo la fine della sua vita terrena. Fu proclamata da Papa Pio XII, il 1° novembre 1950, attraverso la costituzione apostolica Munificentisimus Dio: “Proclamiamo, dichiariamo e definiamo essere dogma divinamente rivelato, che l’Immacolata Madre di Dio, la sempre Vergine Maria, terminato il corso della sua vita terrena, è stata assunta in corpo e anima nella gloria celeste”. [13]

L’ “Ave Maria” – Anche se alcuni storici considerano il Sub tuum presidium come la prima preghiera composta alla Madonna, a causa della recente scoperta di un documento del III secolo, a partire dalla nostra fede nelle Sacre Scritture, possiamo davvero considerare come la più antica preghiera quella recitata per la prima volta dalla voce di un angelo: “Ave, piena di grazia, il Signore è con te” (Lc 1, 42); e subito dopo, abbiamo la canzone di Santa Elisabetta: “Benedetta sei Tu fra le donne e benedetto è il frutto del tuo grembo” (Lc 1, 42). L’unione di questi due saluti diventò una singola preghiera, che nel IV secolo era già comunemente utilizzata in questo modo, anche all’interno della liturgia orientale, erede dell’apostolo San Giacomo, dopo il rito della Consacrazione.

Tuttavia, la pietà dei fedeli non era ancora soddisfatta. Come corollario di questo atto di fede, era necessario fare un atto di supplica. Perciò, a poco a poco, una seconda parte fu aggiunta: “Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte”. E così era composta l’ “Ave Maria”, come la conosciamo oggi. Fu introdotta in modo ufficiale nella liturgia dell’Occidente nel 1568 da Papa San Pio V, con la pubblicazione del Breviario Romano, ma da tempo era già una pratica comune di pietà nella Chiesa Cattolica.

Il Santo Rosario – Il fatto che le parole dell’Ave Maria siano così grate alla Vergine, esortò i cristiani a moltiplicare il numero di volte della loro recitazione, sperando di diventare, per così dire, l’eco di quei saluti evangelici che tanto La riempirono di gioia. Ad imitazione del devozionale più famoso di tutti i tempi, il Libro dei Salmi, si creò quindi l’usanza di pregare un totale di 150 Ave Maria (vedi nota sui Misteri Luminosi) [15], che sono state poi divise in decine, guidate dal Padre Nostro, e sulle quali meditiamo sui maggiori misteri della nostra Redenzione. Così nacque il Santo Rosario, che è una “sintesi di tutto il Vangelo”. [16] Si tratta di un piccolo tesoro di contenuto teologico, un’opera maestra che ci insegna la dottrina Cattolica addirittura ai più modesti, e soprattutto un conciso compendio di spiritualità accessibile a tutti.

Il culto di iperdulia – Solo due cure devono essere prese per quanto riguarda la devozione alla Madonna: in primo luogo, non cessare mai di crescere nella devozione verso di Lei e, senza dubbio, non renderLe culto di adorazione, perché solo Dio deve essere adorato. Tuttavia, altrettanto importante è la missione di Maria nel piano della Salvezza, che dobbiamo rendere a Lei atti di lode e di devozioni superiori, che ricevono il titolo di iperdulia. Ricordiamoci che se Dio è Onnipotente nel suo Essere, la Santa Vergine è così nella sua supplica. Quindi, aspirare a qualche grazia senza affidarla alla Madonna, con le parole di Dante, è come avere il desiderio di volare senza le ali. [17] Mai dobbiamo lasciare di pregare attraverso la nostra Mediatrice celeste!

 Testo: Sebastián Correa Velásquez

[1] Cf. Catecismo da igreja católica. n. 726. 963-965. 
Missale romanum. Die 1 Ianuarii, Post Communionem; paulo vi. 
Marialis Cultus. n. 11.

 [2] Pio X. Carta Encíclica Ad diem illum lætissimum. n. 12.

 [3] São Boaventura. I sent. d. 48. ad Litt. dub. 4.

 [4] Cf. Catecismo da Igreja Católica. n. 618.

 [5] Bento XV. Carta Apostólica Inter sodalicia. 22 de maio de 1918.

 [6] Pio IX. Bula Ineffabilis Deus. n. 2.

[7] Cf. Royo Marín. Antonio. La Virgen María: Teología 
y espiritualidad marianas. Madrid: BAC, 1968. p. 92-93.

 [8] DH. n. 252. (Denzinger, Heinrich; Hünermann, Peter. 
El magisterio de la Iglesia: Enchiridion symbolorum, 
definitioum et declarationum de rebus fidei et morum. 
Barcelona: Herder, 2000).

 [9] Cf. DH. n. 10-64.

[10] Cf. DH. n. 291.

[11] Cf. DH. n. 503.

[12] Cf. DH. n. 2803.

 [13] Cf. DH. n. 3903.

 [14] Cf. Reus, João Batista. Curso de Liturgia. 
3 ed. Rio de Janeiro: Vozes, 1952. p. 54; Messori. 
Vittorio. Hipótesis sobre María: hechos, indicios, 
enigmas. Tradução de Lourdes Vásquez. 
Madrid: Libroslibres, 2007. p. 266.

[15] Il Beato Giovanni Paolo II ne aggiunse ancora 
cinquanta Ave Maria al Santo Rosario, quando incluse 
i Misteri Luminosi attraverso la Lettera Apostolica Rosarium 
Virginis, del 16 ottobre 2002.

 [16] Catecismo da Igreja Católica. n.917.

[17] Cf. Dante Alighieri. La Divina Commedia. Paradiso. 
Canto xxxiii.