Il Libro dell’Esodo ci racconta come la vittoria di Giosuè nella lotta in difesa degli ebrei fosse dipesa completamente dalla preghiera di Mosè, il quale — lontano dal combattimento fisico e in ritiro nell’alto della montagna santa — intercedeva per il popolo presso Dio, trasformandosi in quel modo nel vero artefice del trionfo.

  Nel corso di settantasette proficui anni, Mons. João Scognamiglio Clá Dias ha vissuto in tutta fedeltà alla Cattedra di Pietro, confermando la sua adesione al Magistero con innumerevoli e portentosi lavori in favore della salvezza delle anime. Innanzitutto, grandi sono state le sofferenze cui ha fatto fronte, con una sempre più spiccata grandezza d’animo, offrendo tutto per l’esaltazione e la gloria dell’istituzione da lui tanto amata: la Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana.

  Tuttavia, soltanto in paradiso potremo conoscere tutto ciò che egli si è conquistato presso Dio, giacché, pur essendo molteplici le opere da lui portate avanti, per Dio l’essere vale molto più del fare, e proprio in questo egli trova il suo reale merito.

  Avendo chiara nozione della notevole crescita e portata dell’opera nata dalle sue mani, Mons. João Scognamiglio Clá Dias, il giorno 2 giugno 2017 si è elevato al ruolo di mediatore per i suoi presso Dio, presentando la sua rinuncia alle cariche di Superiore Generale della Società Clericale di Vita Apostolica Virgo Flos Carmeli e di Presidente Generale dell’Associazione Privata di Fedeli Araldi del Vangelo, in modo che uno dei suoi figli spirituali possa continuare l’opera da lui iniziata.

  Ciò nonostante, anche non avendo più il titolo di Superiore Generale, mai e poi mai toccherà a un altro la missione di padre e, come tale, il suo ruolo presso i suoi figli è insostituibile, giacché è stato costituito da Dio loro modello e guida, rimanendo così il custode di questo sublime carisma a lui affidato dallo Spirito Santo. E così Dio gli riserva imprese ancora più grandi di quelle già affrontate, tra gli altre, quella di impetrare con ardore l’instaurazione del Regno di Maria Santissima sulla terra.

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  Ai miei figli spirituali:

  Sin da tutta l’eternità, il rapporto tra il Padre e il Figlio, avvolto tra le amorevoli vampe dello Spirito Santo, è consistito anche nel considerare tutte le infinite  meraviglie che, all’unisono, la Trinità Beatissima avrebbe compiuto nell’Opera della Creazione. Di fronte a tutta la gloria e allo splendore che le Tre Persone Divine avrebbero riversato sulle loro creature, la lucentezza del loro smisurato amore sfolgorava ancora di più.

  Eppure, agli occhi del Verbo Eterno, ciò valeva poco e persino nulla. Il cammino più glorioso era quello riservato da Dio alla Seconda Persona della Santissima Trinità: «Svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce» (Fil 2,7-8).

  Nel corso della sua vita terrena, il Verbo Incarnato non ha fatto altro che mostrare all’umanità che la via più splendente, e l’unica che conduce alla vera gloria, è la via dell’abnegazione e della sofferenza ben accetta: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mt 16,24).

  Perciò, considerando i miei settantasette anni, sessanta dei quali di lavoro e sofferenza al servizio della Santa Chiesa Cattolica, accorgendomi di tutta la portata e della prodigiosa crescita di quest’Opera, nata dalle mie mani, e consapevole che presso Dio l’essere è molto di più che il fare; dopo aver molto pregato, mi è sembrato più giusto agli occhi di Dio e di Maria Santissima rinunciare alla mia carica di Superiore Generale, in modo che un figlio mio, con l’azione dello Spirito Santo, possa guidare quest’Opera a quella perfezione voluta da Nostra Signora, così come Ella l’ha incisa nell’anima del Fondatore.

  Nel lasciare quest’incarico, di fronte a Dio non posso — e nemmeno desidero —, rinunciare alla mia missione di padre. Faccio alla Trinità Santissima, tramite la mia Signora e Madre, la Vergine Maria, il fermo proposito di continuare a intercedere davanti a Dio, con le mie suppliche e preghiere, per i miei figli e le mie figlie. Continuerò a essere a disposizione di tutti e di ciascuno in particolare, consapevole di essere stato costituito da Dio come modello e custode vivente di questo carisma, a me affidato dallo Spirito Santo.

  Imploro tutti a pregare sempre per me e per quest’Opera, affinché il piano completo di Dio a nostro riguardo raggiunga tutto il suo splendore, per la sua gloria e quella della Santa Chiesa, di modo che sia instaurata in terra la piena unione con i Cieli, il Regno di Maria Santissima.

Caieiras, 2 giugno 2017.

Mons. João Scognamiglio Clá Dias

Superiore Generale

Fonte: Gaudium Press